Quanto costa lo scalogno al kg?

Secondo i nutrizionisti bisognerebbe consumare cinque porzioni al giorno di frutta e verdura per porre le basi di un’alimentazione sana ed equilibrata.

Chi non si è posto questo obiettivo almeno una volta? Del resto il banco del fruttivendolo ha così tanta merce esposta!

Forse però hai avuto qualche tentennamento, visto i prezzi…

Ad esempio, hai notato quanto costa lo scalogno al kg?

Sembra una cosa banale, ma quando leggiamo i cartellini dei prezzi in un negozio mentre un altro ti propone lo stesso prodotto solamente a un euro al chilo, ci chiediamo cosa c’è dietro.

Chi fa i prezzi di frutta e verdura?

A differenza di buona parte dei beni di consumo che mantengono il loro prezzo inalterato per diverso tempo, i prodotti ortofrutticoli sono oggetto di una notevole variabilità del loro valore di mercato.

Il loro costo può cambiare non solo di settimana in settimana, ma anche nel giro di pochi giorni.

Questo è dovuto a numerosi fattori che possono incidere sulla domanda e sull’offerta in tutte le fasi della filiera.

Le forti variazioni nell’offerta possono dipendere ad esempio

  • dall’andamento climatico
  • dalle dinamiche del commercio internazionale (visto che siamo in un mercato globale)
  • dalla logistica (che comprende la voce dei grossisti, della conservazione nei magazzini e del trasporto).

Come viene distribuita la frutta e la verdura?

Si sente parlare sempre più spesso di Km 0 e della possibilità di acquistare frutta e verdura direttamente dal contadino.

In effetti ci sono diversi esempi di commercio autogestito dagli agricoltori, come i mercati agricoli di Coldiretti.

Tuttavia la maggior parte della movimentazione delle merci avviene negli ortomercati.

Si tratta di strutture gestite dalle Camere di Commercio con la partecipazione delle diverse organizzazioni agricole e dei grossisti.


I mercati sono indispensabili per garantire sia la tracciabilità che la rintracciabilità, ma anche la massima sicurezza igienica-sanitaria tramite controlli eseguiti direttamente dagli operatori nell’ambito del sistema di autocontrollo HACCP.

Come vengono rilevati i prezzi di frutta e verdura?

I prezzi al mercato vengono rilevati ogni giorno. Viene stilato un listino per tutti i prodotti commercializzati in quantità significative, considerando i prezzi all’ingrosso praticati dagli operatori secondo valori minimi, massimi e quelli prevalenti.

I bollettini riportano tutte le specifiche commerciali: la varietà, la zona di provenienza, la categoria, il calibro, il tipo di confezione, evidenziando gli scostamenti rispetto a quelli del giorno prima.

Come si stabilisce il prezzo dello scalogno?

Il prezzo al kg dello scalogno, come quello di tutta la frutta e la verdura, viene stabilito tenendo conto di tutta la catena distributiva dall’agricoltore fino al banco espositore.

Prendiamo ad esempio una mela. Quando l’acquisti, hai l’impressione che sia stata colta dall’albero e consegnata al negozio.

Invece quella mela, a partire da quando viene presa dall’albero, è sottoposta a un’attento processo di selezione in base al calibro, al colore e alla dimensione.

Viene controllata per avere la certezza che risponda ai criteri di qualità richiesti dal consumatore.

Dopo essere gestita qualche mese in frigo per essere conservata, viene poi etichettata, sistemata in una cassetta o confezionata e quindi messa su un camion e trasportata.

Senza dimenticare che ci sono mele di qualità diverse, ci sono mele che vanno al supermercato e mele che diventano succhi di frutta. E queste variabili ci sono più o meno per ogni prodotto dell’ortofrutta e incidono sul prezzo finale del prodotto.


Domande correlate

Come fanno a vendere la frutta a 0,99 euro al chilo?

Spesso si trovano commercianti che vendono a prezzi stracciati, ma dietro c’è solo speculazione: concorrenza spietata, quantitativi enormi e forti pressioni sugli agricoltori da parte dei grandi magazzini.

Inoltre la scelta non è quasi mai di frutta e verdura di prima scelta, ma di qualità inferiore.

Qual è la differenza tra scalogno e cipolla?

Scalogno e cipolla condividono molte caratteristiche e similitudini di utilizzo. Tant’è vero che spesso tendiamo a confondere tra loro questi due ortaggi.

In realtà sono molteplici le differenze tra scalogno e cipolla:

  • gusto

Il sapore dello scalogno è meno deciso rispetto a quello della cipolla. Presenta inoltre delle note più aromatiche.

  • utilizzo

Lo scalogno è largamente impiegato in cucina grazie al suo sapore delicato e alla migliore digeribilità.

L’utilizzo migliore che si può fare è mangiare lo scalogno fresco e crudo in insalata con altre verdure. E in confronto alla cipolla risulta meno amaro nei soffritti.

  • proprietà

E quali sono le proprietà dello scalogno? Lo scalogno-cipolla ci offre un valido aiuto contro l’osteoporosi, aiuta la crescita di unghie e capelli, rinforza il sistema immunitario e porta beneficio all’apparato circolatorio.

Qual è il nome botanico dello scalogno?

Lo scalogno pianta è una bulbosa delle Liliaceae, il suo nome scientifico è Allium ascalonicum ed esiste in diverse varietà.

Tutte le specie ortofrutticole esistono in forme e varietà differenti.

Quando si pianta lo scalogno?

Lo scalogno, al pari di tutte le verdure, è una pianta annuale, rustica che non teme temperature prossime allo zero.

In Italia si pianta a partire dal bulbo nel periodo compreso tra febbraio e marzo.

Dopo aver vangato il terreno, i bulbi vengono interrati rivolti verso l’alto e tenendo le piante a circa 30 cm di distanza l’una dall’altra.

Lo si raccoglie come l’aglio quando le foglie della pianta cominciano a ingiallire, in genere nel periodo giugno – luglio.

Come si conserva lo scalogno?

La conservazione dello scalogno è analoga a quella di cipolle e aglio.

Dopo il raccolto, i bulbi vanno fatti seccare per qualche giorno. Se sono tenuti in luogo asciutto e ombreggiato si conservano per 6-8 mesi dopo il raccolto.

Perché ogni verdura si trova tutto l’anno?

A differenza di un tempo, oggi puoi trovare ogni tipo di frutta e di verdura tutto l’anno.

Se da una parte questo è comprensibile per le varietà che si conservano più a lungo (come carciofi, patate, scalogno, aglio e cipolle) ci si può chiedere come può essere possibile per quelle che sono più facilmente deperibili.

Il perché è presto detto.

Buona parte della verdura viene oggi coltivata in serra anziché in pieno campo, quindi non è soggetta alle temperature rigide dell’inverno.

Inoltre, quando non è più la stagione idonea per la coltivazione in Italia, viene acquistata da altri Paesi come quelli dell’emisfero australe, che hanno una stagionalità opposta alla nostra (quando da noi è inverno là è estate, e viceversa).

Perché frutta e verdura fuori stagione costano di più?

Nel banco ortofrutta del supermercato siamo abituati a trovare ogni giorno frutta e verdura che però non sono di stagione.

Se da un lato questo accontenta le nostre voglie di fragole quando da noi non ci sono o il desiderio di melanzane e peperoni anche in inverno, non ci rendiamo conto che paghiamo questa merce molto salatamente.

Sia che provengano da serre riscaldate o siano coltivati a migliaia di km di distanza, il costo economico dell’energia impiegata per coltivare, per effettuare il trasporto e della relativa manodopera incide sul prezzo di costo al banco in maniera spropositata.

Senza contare che spesso frutta e verdura coltivata senza rispettare il ciclo naturale, contrariamente al loro aspetto esteriore che ci invoglia a comprarle, sono senza sapore.

Perché preferire frutta e verdura di stagione?

Il consumo di prodotti ortofrutticoli è di fondamentale importanza per il nostro benessere. Tuttavia, non tutti sanno che il loro valore nutrizionale è di gran lunga maggiore se le consumiamo nel corso del loro ciclo di maturazione naturale.

Se vuoi fare il pieno di vitamine o di elementi minerali importanti per il tuo organismo, consumare frutta e verdura di stagione è la cosa migliore.

Qual è l’ortomercato più importante d’Italia?

Milano è il più grande mercato ortofrutticolo d’Italia per quantità di prodotti movimentati, anche se commercializza solo il 10% della merce che transita all’interno di tutti i mercati ortofrutticoli italiani.

Il mercato di Milano riveste un ruolo importante anche per la frutta e la verdura di provenienza estera e importa il 33% dell’ortofrutta commercializzato ogni anno, oltre a gestire buona parte dell’export.