Come interpretare gli esiti della PET?

La PET è la Tomografia a Emissione di Positroni.

Il nome non deve spaventare. Si tratta di un test diagnostico di medicina nucleare, che riesce a fornire informazioni estremamente precise su patologie di organi e tessuti del nostro corpo.

La sua applicazione principale è in oncologia, per la ricerca di tumori maligni.

Può essere usata anche in neurologia, nella diagnosi dell’Alzheimer, ma anche in cardiologia e in ambito ortopedico.

Ma come interpretare gli esiti della PET?

Introduzione

Il referto della PET non si limita alla semplice descrizione di ciò che si vede nell’esame diagnostico.

Una buona stesura di un referto PET implica infatti una risposta completa al quesito diagnostico, cioè il sospetto di patologia che ha inviato il paziente all’esecuzione dell’esame di imaging.

Struttura del referto

Il referto riporta per prima cosa alcune informazioni essenziali, tra cui:

  • Il tipo di tracciante usato
  • La dose
  • La metodica di esecuzione del test

Oltre queste informazioni (di scarsa utilità per il paziente), l’esito della PET si compone di tre sezioni principali:

  1. Il quesito clinico, cioè il sospetto diagnostico che ha spinto il medico a prescrivere questo esame
  2. Il quadro scintigrafico, cioè quello che si vede dalla PET
  3. Le conclusioni, cioè la contestualizzazione di ciò che è emerso dall’esame alla luce del quesito clinico

1 – Quesito clinico

È importante che sul referto di una PET-TC sia riportato il quesito clinico.

Significa che l’operatore ha compreso le motivazioni che hanno portato alla richiesta dell’esame e che l’indagine è appropriata.

Il quesito clinico deve essere preceduto da una breve storia clinica del paziente.

Un esempio di quesito clinico è lo studio di un addensamento polmonare in paziente con precedente neoplasia e in trattamento con farmaci chemioterapici.

2 – Quadro PET-TC

Il quadro PET illustra gli aspetti principali che emergono dall’esame diagnostico.

La PET è un esame di medicina nucleare, che consiste nella somministrazione di un mezzo di contrasto il quale verrà captato dalle cellule ad elevata attività metabolica (come le cellule tumorali).

Grazie all’emissione di positroni, queste cellule verranno evidenziate e forniranno informazioni su:

  • Presenza o assenza di lesioni
  • Dimensioni della lesione
  • Localizzazione

Il quadro PET viene refertato in maniera completa e arricchito dell’interpretazione dell’operatore.

Vengono descritte le principali strutture anatomiche coinvolte dalle eventuali lesioni e riportate le concomitanti alterazioni anatomiche.

Se sono presenti dei referti precedenti, il medico nucleare ha anche il compito di scrivere come le lesioni si sono modificate nel tempo e la loro evoluzione.

3 – Conclusioni

È essenziale che il medico nucleare riporti nel referto le conclusioni dell’esame diagnostico PET.

Questo presuppone che il medico abbia compreso bene il quesito clinico e il motivo della richiesta di accertamenti. 

Alla luce del quesito clinico, il medico interpreta il quadro restituito dalla PET, giungendo così a una diagnosi o a un sospetto diagnostico.

Ci sono tipi di conclusione principali per una PET:

  • Esame PET-TC indicativo di patologia neoplastica: c’è evidenza di neoplasia
  • Esame PET-TC negativo per patologia neoplastica: non c’è evidenza di neoplasia
  • Esame PET-TC sospetto per… (con spiegazione del perché non si sia riusciti a confermare il sospetto)
  • Esame PET-TC non diagnostico (con spiegazione delle motivazioni)

Insomma, PET negativa cosa vuol dire? Che non vi è evidenza di ciò che il quesito clinico si proponeva di ricercare.

Strumenti ed informazioni per una refertazione di qualità

La PET-TC, come tutti gli esami scintigrafici, sono dei test molto complessi, che richiedono ottime conoscenze da parte del medico che le esegue, così da integrarne gli esiti con il quesito clinico.

Il costo della PET è molto elevato ed è spesso a carico del sistema sanitario nazionale. 

È dunque essenziale non abusare di questo prezioso strumento, riservandolo a specifici casi mirati.

Per questo, il medico che referta la PET ha a disposizione tutta una serie di strumenti che lo aiutano a orientarsi nella stesura corretta del referto

Questi strumenti sono:

  • Adeguata conoscenza di tutti i fattori che potrebbero interferire negativamente nell’interpretazione del quadro PET-TC 
  • Adeguata selezione del paziente
  • Accurata anamnesi e valutazione clinica
  • Confronto con esami precedenti in visione
  • Sufficiente conoscenza della TC senza mdc

Adeguata conoscenza dei fattori che potrebbero interferire con una corretta valutazione dell’esame

Esistono numerosi fattori che possono interagire con la corretta esecuzione dell’esame PET.

  • I farmaci assunti dal paziente: i cortisonici e alcuni chemioterapici possono ridurre la captazione del mezzo di contrasto, mentre altri farmaci possono aumentarla
  • Tempo trascorso dalla fine del trattamento chemioterapico: serve a evitare falsi negativi data dall’eccessiva vicinanza temporale tra terapia ed esame diagnostico
  • Tipo di tumore: esistono alcuni tumori che non captano bene il mezzo di contrasto e in questo caso la PET potrebbe venire negativa
  • Preparazione del paziente: deve essere trascorso un tempo minimo di 2 ore dalla somministrazione di insulina

Adeguata selezione del paziente

Ogni paziente ha una probabilità pre-test di malattia.

In base all’esame clinico, all’esecuzione di altri esami diagnostici e delle analisi di laboratorio, c’è una certa probabilità che un paziente sia affetto o meno da una determinata malattia.

Tutti questi algoritmi fanno sì che all’esecuzione della PET arrivino pazienti altamente selezionati: non basta un blando sospetto di neoplasia per sottoporre un paziente alla PET.

L’esclusione dei pazienti a bassa probabilità pre-test di malattia aumenta notevolmente l’accuratezza diagnostica dell’esame di PET-TC.

Per capire meglio il concetto: è improbabile che alla PET si possa scambiare un tumore per un’infiammazione, se questa è stata attentamente esclusa già in precedenza.

Accurata anamnesi

È importante conoscere nel dettaglio la storia clinica del paziente.

Ad esempio, delle patologie infettive in corso possono far emergere una PET positiva per infiammazione.

Bisogna conoscere anche precedenti interventi chirurgici, i campi di trattamento, i traumi e le fratture subite nel corso della vita del paziente.

Confronto con esami precedenti.

La lettura del referto da sola non basta.

È importante metterlo a confronto con tutti gli esami funzionali o morfologici precedenti.

Solo così si limitano gli errori interpretativi e si può valutare l’eventuale evoluzione delle lesioni in esame.

Bisogna valutare se le lesioni sono aumentate e in quanto tempo oppure se si sono ridotte e se sono scomparse.

Conoscenza della TC senza mdc.

Anche una buona conoscenza della TC senza mezzo di contrasto è essenziale per il medico.

Nell’interpretazione degli esiti della PET bisogna mettere a confronto il tessuto normale con quello che capta più mezzo di contrasto. Per questo è necessario conoscere anche il tessuto normale.

I principali organi di cui bisogna conoscere la struttura senza mezzo di contrasto sono:

  • I linfonodi
  • Lo scheletro
  • Il polmone

Di questi organi è necessario conoscere la struttura normale e i criteri di malignità, in modo da saper riconoscere tutte le deviazioni dalla norma che possono essere indice di malattia neoplastica maligna.

Conclusioni

Il referto della PET è un referto completo.

Si tratta di un esame che rappresenta la CONCLUSIONE di un iter diagnostico. Per questo motivo, esso deve restituire risposte quanto più precise e accurate possibili.

La presenza o l’assenza di una lesione neoplastica deve essere chiaramente discriminata.

Per fare ciò, bisogna servirsi di tutti gli strumenti sopra citati, senza tralasciare nessuno dei passaggi importanti, come l’anamnesi, la valutazione degli esami precedenti e l’interpretazione della PET.

La refertazione richiede tempo ma solo così sarà possibile ridurre le probabilità di errore e consegnare un referto utile, che dia una risposta esaustiva e univoca al quesito clinico.


Fonti: