Che cosa scrisse leopardi?

Hai sicuramente sentito parlare di Giacomo Leopardi. Nasce a  recanati, nelle Marche. È stato uno scrittore, poeta, filosofo e filologo di grande rilevanza nell’Italia dell’Ottocento. Le opere di Leopardi sono caratterizzate da un velo di malinconia, ribattezzato “Pessimismo cosmico”. Ma che cosa scrisse leopardi?

Quali sono i suoi componimenti di maggior fama? 

Continua a leggere per conoscere la vita e le opere del pilastro della letteratura italiana.

Quali sono le opere di Giacomo Leopardi?

Le opere di Giacomo Leopardi sono numerose. Forse a scuola ti è stata chiesta la parafrasi dell’infinito, di “A Silvia”, o di altre opere di Leopardi. Ma la letteratura non era il tuo forte: che cosa scrisse Leopardi?

Tra i canti, gli idilli, i componimenti e le poesie di Leopardi alcune opere che vanno assolutamente ricordate!

Ecco per te un elenco delle opere di Leopardi che dovresti conoscere:

  • Canzoni (1824)
  • Versi, o idilli minori (1826)
  • Operette morali (1827)
  • Grandi idilli, o canti (1818-1836)

Quante poesie ha scritto Leopardi?

Le poesie di Leopardi vengono chiamate canti: i Canti di Leopardi. Quanti sono? Si tratta di una raccolta di 41 componimenti scritti tra il 1818 ed il 1836. Tra questi spiccano:

  • A silvia
  • Ad Angelo Mai
  • All’Italia
  • Bruto minore
  • Canto notturno di un pastore errante dell’Asia
  • Il passero solitario
  • Il sabato del villaggio
  • La ginestra o il fiore del deserto
  • La quiete dopo la tempesta
  • La sera del dì di festa
  • L’infinito

Dove scrisse Leopardi?

Gran parte delle sue opere Leopardi le scrisse a Recanati, città di origine. Qui amava rifugiarsi sul Monte Tabor, noto come il colle dell’infinito (perché gli ispirò la scrittura dell’opera).

Ma Giacomo Leopardi fu un’anima in fuga. Si spostò in numerose città italiane: Roma, Milano, Bologna, Firenze e Pisa. Anch’esse diedero alla luce canti, idilli componimenti e poesie di Leopardi.

Perché la tomba di Leopardi è a Napoli?

Giacomo Leopardi morì il 14 giugno 1837, all’età di quasi 39 anni,  a Napoli. A quel tempo vi era una grande epidemia e per questioni igieniche i cadaveri venivano gettati nelle fosse comuni. 

Le reliquie di Leopardi scamparono a questa sorte. Fu seppellito nella chiesa di S. Vitale, per volere di un amico (Antonio Ranieri).

Ad oggi la sua tomba si trova nel Parco Vergiliano di Napoli ed è monumento nazionale.

Giacomo Leopardi – vita, opere, pensiero, poetica.

Nasce nel 1798 a recanati, nello Stato Pontificio (ad oggi Marche), da famiglia di nobili origini. 

Con le sue opere Giacomo Leopardi è il conciliatore tra il partito dei romantici e quello dei classicisti. 

Il poeta pilastro della letteratura italiana è per certi versi un anti-romantico, ateo e materialista. D’altro canto la teoria del piacere di Leopardi (espressa ne “lo zibaldone”) sposa le ideologie de il partito dei romantici. 

Se con la teoria del piacere Leopardi afferma che l’anima umana desidera sempre e mira unicamente al piacere, ossia alla felicità, noi conosciamo le sue opere per l’esatto opposto.

Nelle sue opere spicca tristezza, malinconia e una visione negativa del mondo e della condizione umana. Anche la felicità è triste. L’uomo desidera il piacere infinito, ma non può raggiungerlo (può godere solo di piaceri finiti, che non lo appagano), perciò è triste. 

Leopardi e la natura hanno un rapporto ambivalente tanto da dividere le opere di Leopardi in due periodi: 

  • Pessimismo storico

qui Leopardi ha una visione finalistica della natura-madre, che agisce a fin di bene per l’uomo;

  • Pessimismo cosmico

il periodo successivo,dove ha una visione più negativa della condizione umana. 


Domande correlate

Ecco per te la risposta alle domande più frequenti sulle opere di Leopardi e la vita del poeta.

Chi è Giacomo Leopardi quando e dove visse?

Giacomo Leopardi nasce a recanati, nel 1798, da famiglia nobile e religiosa. È  un poeta, filosofo e scrittore italiano. È uomo di mondo e vive ospitato in varie città italiane come Roma, Bologna,  Ravenna, Firenze, Pisa e Napoli. Muore a Napoli, nel 1837, durante una grande epidemia.

In quale opera filosofica Leopardi scrive la sua visione del mondo?

Il pensiero del Poeta trapela in  molte poesie di Leopardi. Semplicemente facendo la parafrasi dell’infinito possiamo accorgerci di quanto sia pessimistica la sua visione del mondo.

Ma quale tra le opere di Leopardi dovresti leggere per capirne di più?

Lo zibaldone

Qui è espressa al meglio la teoria del piacere di Leopardi; si tratta di un insieme di annotazioni filosofiche, componimenti e riflessioni che mostrano a pieno il pensiero di Leopardi sul mondo.

Come si dividono i canti?

I Canti di Leopardi sono 41 componimenti, che possiamo suddividere come segue:

  • Idilli (1819-1821);
  • Canzoni (1818-1822);
  • Canti pisano-recanatesi (1828-1830);
  • Nuova poetica (1831-1837).

Perché Leopardi intitolò la raccolta delle sue poesie canti?

Le poesie di Leopardi sono state rinominate canti proprio dal Poeta stesso. Sia “canzoni”, che “versi” non erano termini adeguati. Leopardi ricercava una connotazione più pura e lirica per la sua poesia: canti appunto. 

Cosa sono gli idilli di Giacomo Leopardi?

Gli idilli sono brevi componimenti lirici che raccontano la vita dei campi e della cultura contadina.

Qual è il pensiero di Leopardi?

Cardine delle opere di Leopardi è il pensiero pessimistico della condizione umana. L’infelicità dell’uomo è una costante dei suoi canti. Pura affacciandosi ai temi della teoria del piacere Leopardi non si discosta dal Pessimismo cosmico.

Quali sono i piccoli e grandi idilli?

I Piccoli idilli, pubblicati sotto il nome di Versi nel 1826, hanno i seguenti titoli:

  • Odi, Melisso
  • L’infinito
  • Alla luna
  • La sera del dì di festa
  • Il sogno
  • La vita solitaria.

I Grandi idilli, noti anche come canti Pisano-Recanatesi, sono invece quelli che Giacomo Leopardi scrive dal 1828 al 1830:

  • Il Risorgimento
  • A Silvia
  • Il passero solitario
  • Le ricordanze
  • La quiete dopo la tempesta
  • Il sabato del villaggio
  • Canto notturno di un pastore errante dell’Asia.

Come si chiama il fratello di Leopardi?

Giacomo Leopardi (1798-1837) non ha un solo fratello. Ne ha ben 3: 

  • Carlo Orazio Leopardi (1799-1878)
  • Luigi Leopardi (1804-1828)
  • Pierfrancesco Leopardi (1813-1851)

E una sorella:

  • Paolina Leopardi (1800-1869).

Quale fu il clima familiare dell’infanzia di Leopardi?

Seppur di nobile famiglia Leopardi non ha un’infanzia gioiosa. Affetto da malformazioni fisiche e problemi di salute, passa gran parte della sua giovinezza nella biblioteca del padre. Qui impara presto il greco, il latino, ed il francese. E si dedica alla lettura dei grandi classici  che saranno fonte di ispirazione per le sue opere.

Chi era Ranieri Leopardi?

Antonio Ranieri fu ”amico” inseparabile degli ultimi anni di Leopardi. È stato uno scrittore, patriota e senatore del regno d’Italia nella XV legislatura. 

Voci di corridoio mettono in dubbio l’amicizia tra Ranieri e Leopardi: troppo intimità da far supporre una storia d’amore nascosta!

A prova di questa love-story ci sono molte lettere che Leopardi scrisse all’amico, che iniziano con “Ranieri mio”. A supporto anche alcuni estrapolati: “[..] in qualunque modo tu vorrai, io sarò teco (con te) [..] Ti avviso ch’io non posso più vivere senza te [..]”  e ancora “ tu non mi abbandonerai però mai, né ti raffredderai nell’amarmi [..] “. 

Quando visse Leopardi?

Giacomo Leopardi visse tra il 1798 – anno di nascita – ed il  1837 – anno della sua morte.

Quando Leopardi lascia Recanati?

Leopardi riesce a lasciare recanati nel 1822, quando il padre gli permette di andare a Roma dagli zii materni. Il viaggio è deludente perché Leopardi si sente un pesce fuor d’acqua e decide di tornare nella sua città natia, recanati.  Qui scrive le operette morali. 

Successivamente, nel 1825, riparte per Milano dove lavorerà per l’editore Stella.

Quali autori classici e moderni sono stati importanti per la formazione di Leopardi?

Nelle poesie di Leopardi ci sono molti riferimenti ai grandi poeti classici: Omero, Esiodo, Virgilio, Orazio.

Ma la sua scrittura è stata influenzata anche da suoi contemporanei come: Alfieri, Parini, Ugo Foscolo e Monti.

Cosa c’era scritto sulla tomba di Virgilio?

Sulla tomba di Virgilio, a Napoli, vi è incisa la locuzione latina: 

“Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua, rura, duces” 

ovvero

“Mantova mi ha generato, i Calabri (Salentini) mi hanno rapito, ora Napoli mi tiene; ho cantato le campagne (Bucoliche), i pascoli (Georgiche), gli eroi (Eneide)”

La leggenda narra che fu dettata dallo stesso Virgilio in punto di morte.

Perché la tomba di Leopardi è a Napoli?

La tomba di Leopardi si trova a Napoli per volontà di Mussolini. Nel 1939 l’Accademia d’Italia chiese che la cassa fosse spostata al Parco Vergiliano a Piedigrotta e così fu concesso. 

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