Quanto costa chiudere un conto corrente?

I costi esorbitanti e una concorrenza spietata ti stanno spingendo a chiudere il tuo conto corrente per aprirlo presso un’altra banca? Oggi è un’operazione che si conclude con qualche giorno d’attesa e, forse, con la sgradita sorpresa dell’addebito di diversi costi in sede di chiusura.

“Come mai? Non è gratuito chiudere il proprio conto corrente?”, potresti chiederti. Ebbene sì, lo è, ma quelli di chiusura non sono gli unici costi legati all’addio tra te e la tua banca.

Se vuoi sapere quanto costa chiudere un conto corrente, continua nella lettura dell’articolo, almeno per evitare brutte sorprese.

Quanto costa chiudere un conto corrente?

Hai deciso di chiudere il conto corrente presso la tua banca perché è diventato troppo oneroso, perché la filiale ha chiuso la sede e si è trasferita o magari perché ti stai facendo incuriosire dai cosiddetti conti  low cost?

La prima cosa a cui penserai sarà sicuramente: “Ma quanto mi costerà?” Niente, ma soltanto in teoria. Facciamo però un passo indietro.

Nel 2006 il cosiddetto decreto Bersani n.223, convertito nella legge 248/2006, stabilì che nessun onere fosse dovuto dal cliente all’istituto di credito al momento della chiusura del conto corrente, quindi né commissioni, né tantomeno penali.

In effetti in teoria è così, visto che la legge prevede che la chiusura del conto corrente sia gratuita, ma la pratica è completamente diversa: potresti addirittura trovarti a sborsare una somma tale da farti rimpiangere di aver chiuso quel conto corrente.

Cos’è quindi che la banca ci fa pagare e anche a caro prezzo? Sono le cosiddette spese di estinzione, che comprendono:

  • interessi e costi passivi;
  • imposta di bollo;
  • canone di gestione.

Inoltre, nel caso avessi richiesto alla banca l’attivazione di servizi presso terzi, la banca potrebbe addebitarti dei costi per la disattivazione.  

Come chiudere un conto corrente

Se hai individuato la nuova banca presso la quale aprire il tuo conto corrente, dovrai per prima cosa chiudere il vecchio conto e aspettare che siano concluse tutte le procedure in atto, come l’incasso di un assegno o l’addebito delle spese relative ai pagamenti con carta di credito.

Dovrai comunicare alla tua banca la tua intenzione e puoi farlo in 3 diverse maniere:

  • recandoti personalmente presso la tua agenzia;
  • inviando la classica raccomandata con ricevuta di ritorno, oppure un messaggio di posta elettronica certificata, dove esprimi la tua volontà di procedere alla chiusura aggiungendo i tuoi dati e gli estremi del conto;
  • sfruttando la portabilità dei conti correnti, cioè la possibilità di trasferire tutti i rapporti attivi dal vecchio conto corrente al nuovo. 

Ricorda che richiedere la portabilità equivale soltanto a trasferire sul nuovo conto alcuni o tutti i servizi che erano legati al vecchio conto corrente, senza implicarne la richiesta di chiusura.

Tale richiesta deve essere soddisfatta entro 12 giorni lavorativi; diversamente, la banca dovrà pagare un indennizzo per ogni giorno di ritardo.

Come chiudere un conto corrente cointestato

Un conto corrente si definisce cointestato quando i titolari sono due o più persone che possono essere persone fisiche, con o senza vincoli di parentela, o persone giuridiche.

I correntisti godono esattamente degli stessi identici diritti e obblighi nella gestione del conto: in poche parole è un normale conto corrente intestato però a più di una persona.

Ci sono due tipologie di conto corrente cointestato:

  • conto corrente cointestato a firma congiunta,  che prevede obbligatoriamente la firma di entrambi gli intestatari per poter svolgere qualsiasi tipo di operazione;
  • conto corrente a firma disgiunta, chiunque tra gli intestatari può compiere operazioni autonomamente, senza necessariamente coinvolgere gli altri cointestatari.

Due diversi tipi di conto comportano due diverse modalità per la chiusura:

  • il conto corrente cointestato  a firma congiunta può essere chiuso soltanto se tutti i cointestatari ne approvano la chiusura, dichiarando ciò in forma scritta;
  • il conto corrente cointestato a firma disgiunta può essere chiuso separatamente da ogni cointestatario. Gli altri cointestatari devono essere immediatamente informati della chiusura del conto dalla persona che decide di farlo, oppure direttamente dalla banca se previsto dal contratto.

Chiudere conto corrente: tempi e costi

Hai fretta di chiudere il tuo conto corrente perché magari ne hai già aperto un altro e vuoi soltanto saldare le spese e liberarti dal vincolo con la tua vecchia banca? 

Fortunatamente non dovrai attendere tempi epocali: la direttiva europea sulla portabilità dei conti correnti stabilisce la tempistica per la chiusura del conto. 

Non deve essere superiore ai 12 giorni lavorativi, da calcolare a partire dal momento in cui si presenta alla banca la richiesta della chiusura del conto, pena pesanti sanzioni per la banca che non rispetta questo arco temporale. 

L’Italia si mantiene un po’ larga sui tempi, visto che mediamente le banche impiegano dai 6 ai 15 giorni lavorativi per definire la procedura di chiusura del conto.

Sul versante dei costi, è vero che la chiusura del conto non è gravata da oneri o penali grazie al cosiddetto decreto Bersani del 2006, ma non è del tutto priva di esborsi.

Va infatti saldata tutta una serie di costi che comprende gli interessi passivi, l’imposta di bollo e il costi di gestione

Chiudere un conto corrente bancario è gratis?

Quando nel 2006, in seguito al cosiddetto decreto Bersani che aboliva di fatto i costi di chiusura dei conti correnti, chi si presentava presso la propria banca per chiudere il conto, probabilmente si stupiva nel constatare l’addebito di alcuni costi.

Queste spese non avevano, e tuttora non hanno niente a che vedere con la gratuità della chiusura del conto corrente prevista appunto dal suddetto decreto poi convertito nella legge 248/2006.

Perché allora ti ritrovi a pagare dei soldi al momento della chiusura del conto? È semplice: sono spese di gestione legate non alla chiusura ma alla “vita” stessa del conto corrente e che sono a carico del titolare. 

Oltre ai noti costi di gestione, interessi passivi e imposta di bollo, la banca può addebitare altre spese come ad esempio quelle legate alla disattivazione di servizi aggiuntivi affidati a terzi.

Per saldare tali spese, l’istituto bancario è autorizzato a trattenere le relative somme direttamente dal saldo attivo presente sul conto corrente al momento della chiusura.

Conclusioni: quanto costa chiudere un conto corrente?

Non è possibile stimare neanche approssimativamente quanto potrebbe costarti chiudere il tuo conto corrente. Sono diverse le voci di spesa che dovresti obbligatoriamente saldare prima della chiusura. 

Alcune sono spese fisse, come quelle relative all’imposta di bollo, ai costi di gestione, agli interessi passivi, ai costi per l’elaborazione dell’estratto conto. Altre voci di spesa invece dipendono unicamente dalla tipologia di contratto stipulato con l’istituto di credito, come quelle relative a servizi aggiuntivi prestati da terzi.