Quali ritenute deve certificare il sostituto d’imposta?

Tasse e imposte: il mondo dei tributi a volte sembra una giungla in cui il contribuente riesce a malapena a districarsi. Chiunque percepisce un reddito è tenuto a contribuire alla spesa pubblica subendo una decurtazione del proprio stipendio, reddito da lavoro autonomo o d’impresa e di altre categorie di redditi.

Ma come versare i tributi all’Erario? Lo facciamo indirettamente tramite il sostituto d’imposta che, come dice il nome, si sostituisce a noi per pagare le imposte. Nella Certificazione Unica è possibile vedere l’effettuazione di quali ritenute deve certificare il sostituto d’imposta.

Le ritenute che devono essere certificate dal sostituto d’imposta sono quelle calcolate su:

  • redditi di lavoro dipendente e assimilato
  • redditi da lavoro autonomo, sia dipendente che occasionale
  • provvigioni di agenti, procacciatori e rappresentanti di commercio anche se occasionali
  • utili a fronte di partecipazioni societarie

Qual è la differenza tra la ritenuta alla fonte a titolo di acconto e la ritenuta alla fonte a titolo d’imposta?

La ritenuta alla fonte è a titolo di acconto quando costituisce un anticipo del tributo e non l’estinzione dell’obbligazione tributaria del soggetto sostituito. Sono invece a titolo di imposta quando estinguono l’obbligazione tributaria relativamente ai redditi a cui si riferiscono.

Chi è tenuto a versare la ritenuta d’acconto?

La ritenuta d’acconto è una somma che viene trattenuta da chi eroga una retribuzione, deve essere versata dai lavoratori autonomi e applicata anche sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti.

Quando si applica la ritenuta d’acconto del 23 sul 50?

La ritenuta d’acconto del 23 sul 50 viene calcolata nella percentuale del 23% sul 50% di particolari categorie di redditi tra cui:

  • rappresentanza
  • procacciamento di affari
  • mediazione
  • rapporti di commissione

Che cos’è la ritenuta – significati e adempimenti


Domande correlate

Quando si applica la ritenuta del 23 sul 20?

La ritenuta del 23 sul 20 (23% sul 20% delle provvigioni corrisposte) si applica quando categorie come agenti, mediatori e procacciatori si avvalgono costantemente del lavoro di dipendenti o terzi. 

Quando non si applica la ritenuta d’acconto sulle provvigioni?

Alcune categorie di lavoratori sono esentate dall’applicazione della ritenuta d’acconto sulle provvigioni. Nello specifico si tratta di:

  • agenzie di viaggio e turismo
  • rivenditori autorizzati di documenti di viaggio relativi a trasporti di persone
  • distributori di pellicole cinematografiche
  • agenti, raccomandatari e mediatori marittimi ed aerei
  • operatori nella compravendita di titoli e valuta
  • agenti e commissionari di imprese petrolifere
  • mediatori e rappresentanti del settore agricolo e ittico e consorzi e cooperative tra imprese agricole, commerciali e artigiane che non hanno scopo di lucro

Chi paga la ritenuta d’acconto sulle prestazioni occasionali?

La ritenuta d’acconto sulle prestazioni occasionali deve essere versata dal sostituto d’imposta, ossia dal datore di lavoro o cliente. Il prestatore incasserà l’importo al netto della ritenuta.

Quando viene restituita la ritenuta d’acconto?

La ritenuta d’acconto può essere restituita se la dichiarazione dei redditi avviene tramite modello 730, quando sono presenti tutti i presupposti per il rimborso. Tale operazione sarà svolta entro il mese di settembre da parte dei datori di lavoro.

Come pagare la ritenuta d’acconto con F24?

Nel modello F24 è presente la sezione “Erario”. Per pagare la ritenuta d’acconto è necessario che in questa sezione il sostituto d’imposta inserisca il codice 1040, che fa riferimento alle somme trattenute a titolo di acconto Irpef e che serve a categorizzare gli importi versati.

Quali sono i redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta?

I redditi colpiti da una ritenuta alla fonte hanno già subito una tassazione e quindi niente è più dovuto. I redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o a imposta sostitutiva sono diversi, tra questi:

  • gli interessi su conto corrente postale o bancario e su titoli di stato
  • gli interessi su obbligazioni emesse da società quotate
  • i proventi di polizze vita

Quali sono i redditi tassati alla fonte?

I redditi tassati alla fonte sono quelli per i quali il sostituto d’imposta ne trattiene una parte da corrispondere al sostituito e la versa al fisco a titolo delle imposte che il sostituito dovrebbe pagare. Tra i redditi tassati alla fonte troviamo:

  • interessi sui conti correnti postali o bancari
  • interessi maturati su titoli di Stato
  • premi derivanti da lotterie, tombole per enti di beneficenza 
  • interessi su obbligazioni di società quotate 
  • plusvalenze derivanti da cessioni di partecipazioni

Quali sono i redditi esenti da imposta o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o imposta sostitutiva?

Alcune tipologie di reddito, come le pensioni di guerra o le borse di studio, sono esenti da imposta, ossia il contribuente non deve pagare nulla a titolo di Irpef. 

Sono esenti da tassazione, in sede di dichiarazione dei redditi, anche quei redditi assoggettati a una ritenuta alla fonte o a imposta sostitutiva come gli interessi sui conti correnti bancari o postali, i proventi da polizze vita o i proventi realizzati da scommesse o concorsi

Cosa vuol dire firma del sostituto d’imposta?

L’espressione “sostituto d’imposta” indica il soggetto che ha il compito di sostituire il contribuente parzialmente o completamente per quanto riguarda gli adempimenti nei confronti dell’Amministrazione finanziaria. 

Trattiene le imposte a carico del contribuente e si impegna a versarle a suo nome, nei casi di lavoro dipendente il sostituto d’imposta è il datore di lavoro.

Come indicare Agenzia delle Entrate sostituto d’imposta?

Sul modello 730 dell’Agenzia delle Entrate, il sostituto d’imposta è indicato sulla prima pagina. Nel riquadro dedicato, vanno indicati alcuni dati, tra cui:

  • nome e cognome del datore di lavoro per le ditte individuali o la denominazione dell’azienda
  • codice fiscale o partita iva
  • indirizzo
  • recapiti telefonici, indirizzo e-mail

Dove trovo il sostituto d’imposta?

Trovare il sostituto d’imposta nel modello 730, è semplice: basta individuare il riquadro situato nella prima pagina dove sono indicati i dati del sostituto, nome, cognome, indirizzo e recapiti.

Come avere rimborso ritenuta d’acconto?

Il rimborso della ritenuta d’acconto avviene in fase di redazione del 730. Se nel corso dell’anno sono state sostenute delle spese, come ad esempio quelle mediche o universitarie, si farà un conguaglio, perché la ritenuta è un acconto della tassazione dovuta. 

Se dal conguaglio, dove vengono elencati i redditi percepiti, risulterà che il versamento della ritenuta è troppo elevato, allora se ne potrà richiedere il rimborso.

Come si recupera la ritenuta d’acconto?

La ritenuta applicata su compensi e redditi da lavoro occasionale si può recuperare in sede di dichiarazione dei redditi: basta infatti compilare la sezione “richiesta rimborso crediti”.

Come si incassa una ritenuta d’acconto?

È l’Erario che incassa le ritenute d’acconto che il sostituto d’imposta trattiene sul compenso pagato al collaboratore o lavoratore e poi versa all’Erario stesso.

Chi non paga la ritenuta d’acconto?

La ritenuta d’acconto non si applica in caso di compensi sotto i 25.82 euro corrisposti da enti pubblici o da soggetti privati per i lavoratori occasionali. Se tale somma è un anticipo di un importo complessivo maggiore, ovviamente la ritenuta d’acconto andrà applicata.

Come si calcola la ritenuta sulle provvigioni?

La ritenuta sulle provvigioni corrisposte ad agenti e rappresentanti è calcolata applicando la percentuale del 23% sul 50% delle provvigioni. Nel caso in cui l’agente o il rappresentante dovesse avvalersi, per la propria attività e in via continuativa, di dipendenti o terzi, si applica la ritenuta d’acconto del 23% sul 20% delle provvigioni.

Chi deve emettere fattura con ritenuta d’acconto?

Deve emettere fattura con ritenuta d’acconto il cliente o committente che risulti tra i sostituti d’imposta elencati dall’articolo 23 del DPR n. 600/73. Tra questi soggetti troviamo ad esempio:

  • Società di capitali residenti sul territorio dello Stato
  • Imprese agricole
  • Associazioni prive di personalità giuridica
  • Persone fisiche che abitualmente esercitano attività commerciale
  • Società semplici, in nome collettivo e in accomandita semplice

Quando si applica ritenuta d’acconto in fattura?

La ritenuta d’acconto in fattura si applica per i compensi destinati ai professionisti che lavorano autonomamente o per chi presta lavoro occasionale. Solitamente è del 20% calcolato sull’imponibile, al netto di IVA o di eventuali spese anticipate.

Come si fatturano le provvigioni?

La fattura deve riportare l’importo lordo delle provvigioni e l’importo della ritenuta del 23% sul 50%. Questo importo non va però sottratto dalla fattura.

Quanto è la ritenuta Enasarco?

La ritenuta Enasarco si applica sulle provvigioni degli agenti di commercio e dei rappresentanti e, per il 2022, è del 17.50%, per metà a carico dell’agente e metà dovuta dall’azienda.