Qual è l’età evolutiva?

L’età evolutiva è quel periodo della vita ricco di cambiamenti che va dalla nascita di una persona sino al momento in cui quella persona diventa adulta.

La divisione temporale non è rigida, perché l’evoluzione non è la stessa per tutti gli individui.

Tuttavia per stabilire qual è l’età evolutiva si distinguono grosso modo quattro fasi principali:

  • la prima infanzia: dalla nascita ai due anni 
  • la seconda infanzia: dai due ai sei anni 
  • la fanciullezza: dai sei ai dieci anni
  • la pubertà o preadolescenza: dai dieci ai quattordici anni
  • l’adolescenza: dai quattordici anni all’età adulta

Durante questo lungo periodo l’individuo si trasforma sia a livello fisico che psicologico e comportamentale, sviluppando molte funzioni e processi che ne determineranno in seguito la sua capacità di interagire con gli altri individui nella società

Cosa si intende per età evolutiva? 

L’età evolutiva è un ciclo vitale in cui una persona dopo la nascita entra in contatto col mondo esterno e con sé stessa, iniziando un percorso di crescita che la porterà a diventare adulta, dopo moltissimi cambiamenti fisici e psicologici.

Cosa si intende per età infantile? 

L’infanzia è un periodo della vita che viene suddiviso in diverse fasi: 

  • l’età neonatale che va dalla nascita al quarantesimo giorno di vita 
  • la prima infanzia che arriva al compimento del secondo anno di vita
  • la seconda infanzia che arriva sino al sesto anno, 
  • l’età della scuola dal sesto anno in poi

Quali sono le fasi dello sviluppo?

Lo sviluppo dell’individuo non avviene solo durante la fase di crescita, ma in ogni età della vita

Per questo motivo si individuano diverse fasi, ciascuna con i propri cambiamenti specifici

  • Infanzia
  • Adolescenza
  • Età del giovane adulto
  • Prima età adulta
  • Età adulta media
  • Età adulta avanzata
  • Tarda età adulta 

Che cosa si intende per psicologia dell’età evolutiva?

Per psicologia dell’età evolutiva si intende quel settore della psicologia dello sviluppo che studia il processo della crescita dell’individuo e della sua organizzazione, con tutti i diversi aspetti della sua personalità e le sue varie forme di comportamento nell’ambiente sociale, nel periodo che va dalla nascita sino al termine dell’adolescenza. 


Domande correlate

Perché oggi si distingue tra psicologia dell’età evolutiva e psicologia dello sviluppo?

La psicologia dello sviluppo studia l’evoluzione e i cambiamenti nel comportamento umano e nella personalità dal concepimento alla morte, mentre la psicologia dell’età evolutiva prende in considerazione solo lo sviluppo dell’individuo, nel periodo particolare che va dalla nascita all’adolescenza, sino all’ingresso nell’età adulta. 

Come si diventa psicologo dell’età evolutiva?

Per diventare psicologo infantile e dell’età evolutiva bisogna innanzitutto conseguire la Laurea in Psicologia, che si ottiene dopo un corso di studi di cinque anni. Occorre poi un ulteriore tirocinio di un anno eseguito sotto il controllo di professionisti e l’Esame di Stato per l’abilitazione a esercitare la professione.

Lo psicologo infantile e dell’età evolutiva si occupa dei disturbi psico-fisici che si presentano durante le fasi dell’infanzia e dell’adolescenza e che possono influire negativamente sullo sviluppo e la crescita di un individuo. 

Quali sono le tappe di sviluppo dell’adolescenza?

L’adolescenza è un periodo di transizione tra l’età infantile e l’età adulta, ricco di cambiamenti fisici, emotivi e psicologici e non immune da crisi tipiche.

Lo sviluppo non è solo fisico ma anche emotivo, intellettuale e sociale. 

Il percorso è quello di svincolo dalla famiglia di origine attraverso il desiderio di sviluppare una maggior indipendenza e autonomia, stabilendo più relazioni all’esterno. 

Si distingue in tre fasi:

  • Prima adolescenza (10-12 anni) 
  • Seconda adolescenza (13-15 anni)
  • Terza adolescenza (16-20 anni)

Quando un bambino capisce il suo nome?

I bambini cominciano a pronunciare le loro prime parole tra i dieci e i dodici mesi di vita, ma in realtà l’apprendimento del linguaggio inizia prima. 

È a circa sette mesi che un bambino riesce ad associare il suono della parola all’oggetto corrispondente, quindi anche il suono del proprio nome alla propria persona.

Può essere utile chiamare spesso il bambino con il suo nome per facilitare questo apprendimento, anche se non bisogna dimenticare che non esiste una regola assoluta valida per tutti, e che ogni bambino ha i propri tempi che vanno assolutamente rispettati.

Quali sono i cambiamenti tipici dell’infanzia?

Durante l’infanzia vi sono delle tappe fondamentali che riguardano sia il corpo che la psiche del bambino.

Anzitutto il bambino acquisisce la capacità di esprimersi attraverso il linguaggio e l’uso delle parole.

Poi sviluppa la capacità di coordinare alcuni movimenti, diventando via via più autonomo, ad esempio nel camminare e nel nutrirsi. 

Altra tappa fondamentale è l’abbandono del pannolino, che coincide con la conoscenza e la cura del proprio corpo e la conquista di maggior autonomia da parte del bambino.

Inoltre a due o tre anni di età il bambino comincia a percepire un’immagine di sé come individuo autonomo, e di conseguenza inizia a percepire gli altri.

Fin quando si è bambini?

È piuttosto complicato definire con precisione assoluta il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, in quanto oltre a fattori personali diversi da persona a persona entrano in gioco anche fattori culturali e dovuti a epoche diverse.

Sicuramente si è bambini fino alla fase della prepubertà. Questa fase avviene sempre prima, quindi dopo i dieci anni si può considerare terminata l’infanzia.

Cosa succede a 12 anni?

A questa età si inizia a prestare maggiore attenzione al proprio corpo e al proprio aspetto, oltre che al mondo esterno.

Inizia il distacco dal modello genitoriale e dalla protezione familiare, mentre si mostra via via più interesse per la cerchia dei propri coetanei e si tende a farsi una rappresentazione autonoma del mondo.

Dal punto di vista personale si è molto concentrati su sé stessi e si sperimentano i primi sbalzi di umore.

A questa età è facile oscillare tra lo sconforto e le alte aspettative in sé stessi e negli altri.

A quale età ha inizio lo sviluppo psicofisico?

Ogni bambino si sviluppa fin dalla nascita secondo un proprio percorso e una propria traiettoria che dipendono da diverse variabili, e ad ogni momento della crescita corrispondono tappe e conquiste differenti.

Poiché molte caratteristiche si acquisiscono dopo la nascita, l’infanzia è un momento importantissimo per lo sviluppo delle competenze psico-fisiche dell’individuo.

Il compimento del terzo anno di età è sicuramente un traguardo importante perché per molti bambini è una fase di consolidamento rispetto ai conflitti emotivi precedenti.

Cosa si intende per seconda infanzia?

Nel periodo che va dai due ai cinque anni circa lo sviluppo psico-fisico del bambino diventa via via più completo, perché il bambino acquisisce e affina diverse competenze in senso motorio e fisico, ma anche cognitivo e linguistico, morale e sociale.

Quando si girano i bambini quando li chiami?

In genere tra i nove e i dieci mesi il bambino è in grado di riconoscere il proprio nome e quindi si gira se viene chiamato.

Oltre a questo il bambino inizia a pronunciare le parole più semplici e comuni, cominciando dalle parole “mamma” e “papà”.

Compie inoltre piccoli gesti di saluto e inizia ad essere attratto dagli altri bambini, entrando così in una dimensione sociale.

Quando un bambino riconosce il papà?

Verso i dieci mesi il bambino inizia quel processo di distacco e di percezione di sé stesso come soggetto autonomo.

Il bambino inizia dunque a comprendere di essere un soggetto diverso dalla propria madre e che occupa un proprio posto indipendente nel mondo.

A questa età il bambino riconosce il papà e i diversi membri della sua famiglia o comunque le persone che abitualmente lo circondano.

Cosa capiscono i bambini a 1 anno?

A un anno di età lo sviluppo del linguaggio del bambino cresce rapidamente.

Il suo vocabolario si arricchisce di diverse parole nuove.

Il bambino impara il significato della parola “no” e facilmente imita il modo di parlare di chi lo circonda. 

Inoltre chiama i propri genitori con intenzione, avendo associato alle parole le figure genitoriali di riferimento.

Quanto si cresce dopo i 14 anni?

Tra i dodici e i sedici anni avviene la crescita maggiore, con un picco attorno ai quattordici. La crescita maggiore può arrivare sino a dieci centimetri in un anno, anche se si tratta di dati generali e tutto può variare a livello soggettivo.

Come si chiamano le fasi della vita?

Le quattro fasi della vita sono la giovinezza, l’età adulta, la maturità e la terza età.

Cosa studiare per diventare psicologo infantile?

Per diventare psicologo infantile occorre conseguire la Laurea in Psicologia, seguita dal tirocinio e dell’Esame di Stato che abilita all’esercizio della professione.

Quando un bambino deve andare dallo psicologo?

Vi possono essere alcuni sintomi nei bambini che – se presenti – devono far scattare una maggior attenzione da parte dei genitori, in quanto spia di un disagio per cui è bene ricorrere all’aiuto di uno psicologo.

  • sbalzi di umore
  • rabbia improvvisa e ingiustificata
  • aggressività
  • inappetenza, bulimia e anomalie nel comportamento alimentare
  • disturbi del sonno 
  • eccessiva stanchezza o debolezza
  • iperattività 
  • ritardo nella crescita e nello sviluppo

Tutti quelli sopra elencati possono essere sintomi di un disagio più profondo che non va trascurato.

Cosa si studia in psicologia infantile?

La psicologia infantile studia il comportamento e le varie fasi della crescita del bambino, dal momento della nascita fino al raggiungimento dell’età adolescenziale.

Cosa influenza lo sviluppo individuale del bambino?

Lo sviluppo individuale del bambino è il frutto della somma di diversi fattori sia genetici che ambientali.

Oltre alla genetica, molto importanti sono le influenze dell’ambiente e gli stili di vita delle persone che circondano il bambino, dai genitori agli educatori e anche la cerchia di conoscenze, relazioni ed amicizie.

Tutto questo si combina in modo sempre unico e diverso per la formazione e lo sviluppo dell’individuo.

Cosa fa lo psicologo dell’età evolutiva?

La psicologia dell’età evolutiva è quella branca specifica della psicologia che studia l’età evolutiva e aiuta il bambino o l’adolescente e la sua famiglia in caso di difficoltà che possano interferire o danneggiare il suo normale sviluppo in tutti i suoi aspetti, emotivi, cognitivi e relazionali