Macramè: dove è nato?

Convinta che con il termine macramè si intendesse un particolare filato usato in maglieria, sono bastate due piccole ricerche per farmi ricredere. 

Il macramè non è un materiale bensì una tecnica: un modo di intrecciare fili di tessuto e realizzare nodi decorativi. Il tutto senza l’ausilio di attrezzi da lavoro.

Alla parola macramè inoltre collegavo un sentore francese: ha invece origini arabe e una storia di diversi secoli alle spalle.

Che tipo di filo si usa per il macramè?

Quando ci si cimenta nell’arte del macramè, si utilizzano solitamente fili sottili dei materiali più disparati: principalmente cotone ma anche lino o canapa. 

Ai soliti intrecci e nodi si possono aggiungere alcune decorazioni come perline o piccole gemme. Lo si fa per impreziosire la stoffa. Questo almeno lo si faceva nel corso dei secoli, su abiti sontuosi e importanti, destinati ai nobili. 

Che cos’è il macramè?

Il termine macramè comincia a comparire attorno al XVII secolo e vanta origini sia turche (dalla parola makramà) che arabe (con màhrama): in entrambe le lingue significa «fazzoletto». Come abbiamo spiegato poco fa è una particolare tecnica di intreccio di tessuto. Con il macramè si sono realizzati dapprima dettagli di abiti sontuosi, poi via via si è passati a lenzuola, asciugamani (in genovese asciugamano si dice proprio macramè) e tovaglie. 

Parte dai territori arabi ma si sviluppa presto anche negli stati dell’America meridionale, giungendo circa un secolo più tardi anche in Italia.

Come si fa il macramè?

Partiamo dal principio e concentriamoci su come realizzare i singoli nodi che costituiranno la trama del filato per macramè

Nonostante gli unici veri attrezzi siano le dita, è buona cosa procurarsi degli spilli, un bastoncino fissato alle estremità che faccia da “portanodi” e infine una superficie dove fissare i fili, come potrebbe essere un cuscino o dell’ovatta. Una volta fissati i fili sul bastoncino, si inizia ad intrecciarli in modo da formare nodi decorativi. 

Come calcolare la lunghezza del filo per il macramè?

La quantità di corda per il macramè o cotone necessaria per lavori di macramè varia da occasione a occasione: dobbiamo valutare lo spessore di filo o corda e immaginare la laboriosità della trama. Un lavoro in cotone macramè per esempio sarà meno laborioso di uno in corda per tende in macramè.

Nodi macramè, domande e risposte


Domande correlate

Come intrecciare il macramè?

Esistono tre diverse modalità di base per intrecciare dei nodi e quindi approcciarsi al macramè. Prendiamoci un attimo per conoscerli tutti:

  • Nodo semplice (o singolo): la fase uno, la base della base. In questo caso si annodano due fili tra loro, stando attenti a creare una fessura dal quale uno dei due fili possa passare.
  • Nodo piatto: nel nodo piatto si fa passare un terzo filo esterno sopra quelli interni e poi sotto un quarto filo esterno; si prende quest’ultimo e lo si fa passare prima sotto quelli interni e poi dentro l’asola formata dal primo. In ultimo, si tira verso l’esterno.
  •  Nodo barretta: composto da un filo che fa da anima centrale e da altri fili che hanno il compito di  annodare. Nel nodo a barretta si avvolge ciascuno dei fili annodatori due volte sull’anima, da dietro verso avanti, facendo andare il filo centrale in diagonale verso l’interno.

Che filo si usa per realizzare le collane?

Il più diffuso nelle mercerie più fornite o nelle bigiotterie è il filo d’acciaio rivestito in nylon, detto cavetto d’acciaio. Ne esistono di diversi colori ma quello base, il grigio, è il preferito in assoluto per la sua quasi trasparenza.  

Come lavare il macramè?

A dispetto della mia incredulità, il macramè può essere lavato: in lavatrice, programma delicati o comunque a 30°. Fate attenzione a riporlo sempre in un sacchettino che lo protegga, sia dal getto diretto d’acqua e detersivo, sia dalla possibilità di impigliarsi nelle maglie della centrifuga. Oltre a lavarlo il macramè si può anche stirare, a patto che la temperatura del ferro sia davvero bassa.

Cosa fare con fili di cotone?

Con gli avanzi di lana e cotone si possono realizzare diverse presine oppure cimentarsi in piccole creazioni di bigiotteria come collane o anelli, aiutandosi con delle perline per bracciali.

Cosa fare con della lana grossa?

Anche con qualche avanzo di lana grossa ci si può inventare stiliste di piccole creazioni: qualche idea? Nappine, frange, pon pon per berretti o portachiavi, piastrelle appoggia pentolini, applicazioni per giubbotti di jeans, fiori all’uncinetto ecc. 

Cosa posso fare con 50 grammi di lana?

Cinquanta grammi di lana possono sembrare un punto di partenza fiacco o con scelte limitate; invece con questa grammatura si possono realizzare cestini, copribiberon, cover di cellulari, piccoli cappelli, sciarpe o sciarpine per neonati, vestiti per bambole, fasce per capelli…

Come lavare un copriletto all’uncinetto?

Una semplicissima e unica accortezza: lavarlo con acqua fredda, per evitare che si restringa. 

Come si lava un copriletto?

Se il copriletto a uncinetto va lavato tassativamente in acqua fredda, la temperatura di lavaggio dei copriletti in linea generale può aggirarsi tra i 30 e i 40 gradi, pari a quelli segnalati nell’impostazione delicati della lavatrice. Cosa succede se supero i 40 gradi? Probabilmente nulla di catastrofico, ma si potrebbero verificare degli scolorimenti.

Come sbiancare coperta uncinetto?

Si può pensare ad un lavaggio con acqua tiepida e sapone in polvere o detergenti per capi delicati: nella stessa bacinella si mette in ammollo il tessuto e si aggiunge qualche goccia di candeggina. acqua, sapone e candeggina. Filo sbiancato assicurato.

Che filo usare per i bracciali?

Il filo di nylon detto anche cavetto d’acciaio. 

Cosa mi serve per iniziare a fare collane?

Per iniziare a comporre piccole creazioni di bigiotteria come collane ci si deve armare di:

  1. Pinze per bigiotteria: a punta conica e a punta piatta.
  2. Tronchesi per bigiotteria, una specie di piccola tenaglia che spezza parti di metallo.
  3. Anellini di varie dimensioni per comporre le varie parti del gioiello.
  4. Chiodini a testa piatta, tonda e con occhiello.

Che filo usare per infilare perline?

Filo di nylon trasparente detto anche “filo da pesca”, oppure filo di nylon intrecciato. L’importante è che lo spessore sia di almeno 0,30 mm.

Come lavare i centrini fatti a mano?

I centrini sono davvero delicati, quindi meglio lavarli come li si è realizzati: a mano.

Come lavare il pizzo antico?

Il pizzo, antico o di nuovissima fattura va sempre lavato a mano. 

Si versa dell’acqua fredda in una bacinella, aggiungendo un detersivo per capi delicati. Si lascia in ammollo per 15 minuti,  poi si risciacqua con cura.

Come calcolare la quantità di lana necessaria?

Bisogna avere un pizzico di intuito e darsi dei riferimenti abbastanza precisi, osservando la quantità necessaria del tal filato consigliato per quel lavoro. In caso di dubbio si possono consultare diversi forum online e chiedere direttamente alle più esperte.