Quanti gradi ha il Campari spritz?

Il mondo degli aperitivi è una vera arte fatta di dettagli e di buongusto.

È un autentico rituale che, accompagnato da qualche stuzzichino, si rivela un must in tutta Italia.

E questo indipendentemente dal fatto che si tratti della creazione di un esperto mixologist o che sia più semplicemente un classico alcolico a base di Campari (o magari anche un analcolico).

Se ami il Campari potresti chiederti quanti gradi ha il Campari spritz? E lo spritz Aperol?

Quanti gradi ha il Campari spritz?

In termini di gradazione alcolica il Campari è più forte dell’Aperol: è intorno al 25%.

L’Aperol ne ha circa la metà, circa l’11%.

Essendo meno alcolico, l’Aperol si presta di più a cocktail leggeri ed estivi, come l’Aperol Spritz.

Anche il Campari viene utilizzato per realizzare lo spritz, ma trova ampio impiego anche in numerosi altri cocktail più alcolici.

Quanti gradi ha uno Spritz Aperol?

Partiamo dalla ricetta: un Aperol Spritz ha 3 parti di prosecco, 2 di Aperol e 1 spruzzata di selz.

Con soli 8-9 gradi è una delle preparazioni più leggere al mondo.

I buongustai preferiscono però spesso un vino fermo con il Campari perché è più corposo. A Venezia prediligono invece il Select, un liquore secco e amaro nato proprio in Laguna nel 1920.

Che differenza c’è tra Campari e Aperol?

Oltre che per la gradazione alcolica, i due aperitivi si differenziano per il colore:

  • il Campari è di colore rosso cremisi
  • l’Aperol tende di più all’arancione

Ciò è dovuto al fatto che la ricetta originale del Campari prevedeva l’impiego della tintura di cocciniglia.

Il cromatismo dell’Aperol è invece dovuto al mix tra l’infusione di agrumi in alcool e alcune erbe come il rabarbaro.

Quando sono nati il Campari e l’Aperol?

Aperol e Campari sono due classici aperitivi italiani noti per il loro potere di stimolare l’appetito, prima del pasto vero e proprio.

Creati più di un secolo fa si caratterizzano per la loro ricetta complessa dove il gusto leggermente amaro rappresenta la loro forza.

Il Campari è stato inventato da Gaspare Campari a Novara nel 1860.

L’Aperol compare una cinquantina d’anni più tardi: è stato creato nel 1919 dai fratelli Luigi e Silvio Barbieri a Padova.

Oggi sono entrambi marchi iconici del Gruppo Campari.

Cocktail Campari Spritz

Cosa c’è dentro lo spritz?

L’aperitivo spritz era fatto in origine con vino e acqua gassata. Per gli amanti del vino può sembrare una pratica “sacrilega” il fatto di diluire una bevanda alcolica nell’acqua.

Tuttavia si tratta di una tradizione austro-ungarica, nata quando i soldati asburgici di stanza in Veneto allungavano il vino con acqua perché lo trovavano troppo forte per i loro gusti.

Una prima evoluzione si è avuta quando, al posto dell’acqua frizzante, si è introdotto il selz per aggiungere un maggiore gusto amaro.

Lo spritz oggi è fatto con vino (fermo o prosecco), Aperol o Campari e seltz. Viene servito su un letto di ghiaccio versando prima il vino, poi l’Aperol o il Campari e una spruzzata di soda o seltz.

In questa forma lo spritz ha raggiunto il successo globale, tanto da essere inserito negli elenchi dell’IBA (International Bartenders Association).

Come è fatto il cocktail Campari Spritz?

La sua preparazione è semplice:

  • riempi un bicchiere con il ghiaccio
  • versa il prosecco
  • aggiungi il Campari, l’acqua gassata e mescola
  • servi l’aperitivo in un bicchiere alto o in un classico ballon da nero, guarnendolo con una fetta d’arancia.

Cosa c’è dentro il Campari Soda?

Il Campari soda è un prodotto commerciale venduto in bottigliette monodose a moderata gradazione alcolica.

Se il Campari infatti ha una gradazione di 25°, il Campari Soda ha solo 10°.

Da sempre è l’aperitivo nella classica bottiglietta a forma di cono, composto da una miscela di due ingredienti, Campari e seltz.

È stato uno dei primi prodotti pre-mixati della storia (è nato nel 1932).

La forma della bottiglietta richiama quella di un calice capovolto ed è stata ideata dal pittore futurista Fortunato Depero, che ne fa fatto un’icona del design.

Perché il Campari non ha etichetta?

Il Campari Soda è nato senza etichetta, dall’idea di Davide Campari e dal disegno del pittore futurista Fortunato Depero.

Ancora oggi è senza etichetta, perché da marchio è diventato icona.

Chi ha inventato il Campari Soda?

Il Campari soda è stato creato da Davide Campari. L’imprenditore italiano aveva infatti notato che nei bar il Campari non veniva servito sempre nelle medesime condizioni.

Così, con l’intento di offrire al mercato un prodotto standard, ha ideato il primo prodotto già mixato e pronto all’uso, a bassa gradazione alcolica.

Cosa sono i bitter?

I bitter sono delle soluzioni di alcol (spesso ad alta gradazione) che hanno nella loro ricetta radici, cortecce, spezie, semi ed altri ingredienti erbacei o vegetali.

Il contenuto zuccherino tendenzialmente è molto basso o, più spesso, è totalmente nullo. Ed è proprio per questo che sono stati chiamati così: bitter, in inglese, significa “amaro”.

In un primo tempo venivano utilizzati a scopo medico, per curare diverse malattie prima che venisse scoperta la penicillina.

L’alto contenuto di alcol, infatti, serviva a garantire una completa estrazione dei principi attivi delle botaniche volti a lenire i malanni.

Dove nasce il Bitter Campari?

La storia del Bitter Campari nasce da un’intuizione di Gaspare Campari che fonda la sua azienda nel 1860. Nel 1862 si trasferisce a Milano dove apre un bar in Galleria Vittorio Emanuele II di fronte al Duomo, posizione strategica che lo aiuta ad arrivare presto al successo.

Il Bitter Campari nella forma del Campari Soda nasce con l’idea di offrire alla clientela un prodotto standardizzato, uguale nel gusto e nel mix.

Come si fa un Campari?

Campari è un marchio conosciuto in tutto il mondo e il suo prodotto di punta è il bitter Campari, utilizzato in moltissimi cocktail.

La ricetta messa a punto da Gaspare Campari è segreta e rispetta in tutto e per tutto quella originale.

Il processo produttivo è comunque noto: si parte da una base di erbe e piante aromatiche e frutta.

Come prima cosa questi ingredienti vengono messi in infusione in acqua alla temperatura di 100 gradi. Si aggiunge poi l’alcool e si lascia macerare il tutto.

I liquidi vengono poi separati dai solidi ottenendo un infuso aromatico di 69° alcolici. Si procede poi ad aggiungere lo sciroppo di zucchero, l’acqua distillata, l’alcool e il colorante, che dona la caratteristica colorazione rosso rubino dell’aperitivo.

Come servire un Campari Soda?

L’aperitivo si serve tal quale con due o tre cubetti di ghiaccio e una fetta d’arancia.

Essendo già premixato e poco alcolico si presta alla preparazione di cocktail e drink veloci con altri ingredienti.

Quanti gradi ha il Crodino?

Il crodinoha una gradazione alcolica di 14,4°.

Viene prodotto con numerosi ingredienti fra cui chiodi di garofano, semi di cardamomo, oli essenziali di coriandolo e di noce moscata. La sua ricetta è però segreta ed è custodita gelosamente da 50 anni.

Deve il suo sapore amarognolo alla pratica dell’infusione e dal riposo per 6 mesi in botti di rovere quasi fosse un vino.

Crodino nasce nel 1964 a Crodo, comune piemontese nella valle Antigorio, noto per le acque minerali della sorgente Liesel, dove veniva imbottigliato.

Dal 1995 entra a far parte del Gruppo Campari che ne ha rilanciato l’immagine con campagne pubblicitarie di grande impatto, lasciandone però intatto il carattere e la tradizione.

Che cos’è l’aperitivo?

Pare che il termine derivi dal latino aperitivus che dà l’idea di qualcosa “che apre”. E in effetti il rito dell’aperitivo, pressoché in tutta Italia, è qualcosa che serve per aprire lo stomaco e stimolare l’appetito.

Un tempo, in occasione di eventi si servivano vini aromatizzati dal sapore amarognolo e ancora oggi i principali drink che si consumano prima di pranzo o cena hanno un retrogusto amaro.

Anche nel loro nome il Campari bitter o il Sanbitter richiamano il caratteristico retrogusto amaro, dovuto alle erbe e agli aromi utilizzati nella ricetta.

Quando è stato inventato l’aperitivo?

Se in tempi passati certe bevande avevano un effetto curativo, il vero aperitivo si è trasformato in un’abitudine d’incontro.

L’aperitivo di eccellenza è sempre stato il vermut, un vino aromatizzato che è stato presentato la prima volta a Torino alla fine del XVIII secolo.

Da lì l’usanza si è diffusa in tutta Italia e anche a Milano, dove è entrato nella storia e nella tradizione.