Distinzione tra colonie e protettorati

Apparentemente può non essere semplice trovare la distinzione tra colonie e protettorati, ed in effetti si tratta di due concetti simili; ma in realtà ci sono molte differenze.

Anzitutto il protettorato ricorre quando uno stato si pone sotto il controllo e la protezione di un altro paese, generalmente più forte – e a cui offre qualcosa in cambio – pur rimanendo autonomo dal punto di vista del proprio diritto interno. Infatti il protettorato è governato da un proprio membro. 

La colonia invece è un territorio di fatto completamente assoggettato a un altro paese e governato da questo, quindi privo di una propria sovranità e posto sotto il dominio diretto della Madrepatria.

Qual è la distinzione tra colonie e protettorati? 

Nel protettorato lo Stato protettore rappresenta integralmente lo stato protetto per quanto riguarda il diritto internazionale e le relazioni con gli altri paesi, e si impegna a tutelarlo, si occupa della sua difesa e ne cura gli affari esteri ed internazionali di tipo politico, ma anche commerciale ed economico.

Per quanto riguarda invece il diritto interno, lo Stato protetto mantiene la propria autonomia, in quanto non è un possedimento dello Stato protettore come invece lo è la colonia.

Il protettorato di solito viene governato da un rappresentante dello Stato protetto.

La condizione della colonia è più gravosa, in quanto la sovranità del territorio non appartiene alla popolazione autoctona, ma è lo Stato straniero, che generalmente è più forte e più sviluppato, che lo occupa dal punto di vista militare, e lo sfrutta dal punto di vista delle risorse economiche.

I diritti delle popolazioni autoctone non sono equiparati a quelli dei cittadini dello Stato occupante.

Che cosa ha provocato il colonialismo europeo? 

Il colonialismo europeo è nato quando in Europa le nazioni più potenti dal punto di vista militare ed economico iniziarono a sviluppare una politica aggressiva e militaristica, con uno spirito imperialista che venne via via accentuandosi, per aumentare la propria potenza politica ma anche economica.

Questo avvenne infatti sicuramente per motivi economici, con l’emigrazione dall’Europa verso altri continenti.

Le ragioni non furono però solo economiche, perché anche le motivazioni religiose e culturali ebbero un loro peso, assieme alla convinzione degli Europei che la loro missione fosse quella di portare la loro civiltà – ritenuta superiore – anche negli altri continenti e nelle aree sottosviluppate del mondo, in particolare in Africa e in Asia. 

Questi grandi imperi coloniali si trovarono poi ad essere tra di loro in una situazione di forte tensione.

Che cosa sono le colonie di popolamento?

La parola “colonia” è una parola di derivazione latina; “colere” significa infatti “coltivare”.

Con questo termine si indica il fenomeno di un gruppo di persone della stessa nazionalità che decidono di trasferirsi spontaneamente o che vengono mandate dalla madrepatria, in un luogo diverso dal proprio Paese di origine.

Qui restano uniti e formano una comunità, fortemente in contatto con la Madrepatria.

Che differenza c’è tra colonie di sfruttamento e colonie di popolamento?

Nel corso dei secoli furono create due diversi tipi di colonie:

  • Le colonie di popolamento, fondate su territori nei quali gli Europei si insediavano per abitarvi in massa in modo stabile, scacciando la popolazione originaria che talvolta veniva sterminata.
  • Le colonie di sfruttamento dove le materie prime e le ricchezze dei territori occupati servivano a rifornire il Paese colonizzatore, cioè la madrepatria.
    La popolazione indigena veniva sfruttata e fatta lavorare terre colonizzate, nelle piantagioni o nelle miniere.
    La maggior parte delle colonie conquistate dai Paesi europei nella seconda metà dell’Ottocento era di questo tipo.

Come nasce il colonialismo?

Il colonialismo nasce inizialmente grazie alle esplorazioni geografiche dei territori asiatici e americani, per poi aumentare ed espandersi verso altri paesi. 


Domande correlate

Cosa ha portato il colonialismo?

Le conseguenze del colonialismo furono di notevole impatto sia sui paesi europei colonizzatori che sui territori colonizzati. 

Se in Europa affluirono enormi ricchezze e materie prime che servirono allo sviluppo dell’industria e che furono a costo zero, i paesi colonizzati furono impoveriti da questo fenomeno e privati delle loro risorse.

Che cos’è il colonialismo spiegato ai bambini?

Il colonialismo era una politica che mirava alla conquista di territori, che venivano trasformati in colonie per poi essere sfruttati economicamente, e fornire materie prime e ricchezze agli stati colonizzatori. 

Così le industrie potevano mantenere bassi i prezzi dei prodotti finiti e diventare economicamente molto competitive. 

Inizialmente conquiste e colonizzazioni furono realizzate prevalentemente da avventurieri, ma dalla seconda metà del secolo scorso la politica coloniale venne condotta direttamente dagli Stati e sfociò nell’imperialismo.

Le mete più ambite erano i paesi dell’Africa e dell’Asia

Lo scopo era proprio quello di costituire dei veri e propri imperi economici.

Quali sono le colonie di sfruttamento?

Le colonie di sfruttamento venivano fondate su terre che avevano ricchezze e materie prime come metalli, oro e diamanti, oppure piantagioni di tè, caffè e spezie. 

Le popolazioni locali erano sfruttate per il lavoro nelle terre e nelle miniere, per questo le colonie si definiscono di sfruttamento.

Cosa vuol dire “colonie di sfruttamento”?

Il Paese colonizzatore, cioè la Madrepatria, non disponeva di solito delle materie prime e delle ricchezze presenti invece in altri territori. Per questo i paesi europei e non solo fondarono le colonie di sfruttamento nella seconda metà dell’Ottocento.

Quali Stati sono oggi colonie di altri Stati?

Attualmente è la Francia il paese con più colonie:

  • Polinesia francese
  • Nuova Caledonia 
  • Wallis
  • Futuna
  • Guiana francese
  • Martinica
  • Saint Barthélemy
  • Guadalupe

Che cosa si intende per colonia in storia?

Nella storia il concetto di colonia è il fenomeno per cui una popolazione civile si stabilisce in un territorio disabitato, o abitato da barbari, per stabilirvi una nuova cultura, coltivare le terre e avviarlo dal punto di vista economico.

Quali erano le colonie italiane?

Le colonie italiane erano:

  • l’Eritrea (1882-1947)
  • la Somalia (1890-1960)
  • la Libia (1911-1943)
  • l’Etiopia (1936-1941)
  • L’Albania (1918-1920)
  • Il Dodecaneso (1912-1943)
  • Il Saseno (1914-1920)
  • L’Anatolia (1919-1922)

Quali sono le colonie della Magna Grecia?

Si hanno numerose testimonianze che i Greci frequentassero i porti italiani già in età micenea, vale a dire tra il secolo XVI e il secolo XI a.C.; fondarono in seguito un complesso di colonie nell’Italia meridionale e nella Sicilia orientale tra l’VIII e il VI sec. a.C.

Le più importanti di queste colonie furono Cuma, Reggio, Napoli, Catania e Zancle. 

Seguirono poi Selinunte, Siracusa, Gela e Agrigento, e ancora Sibari, Crotone, Metaponto e Taranto. 

Gli abitanti di queste terre furono chiamati Italioti e Sicelioti.

Che cosa caratterizza il colonialismo europeo?

Il colonialismo europeo è caratterizzato dall’espansione di uno stato su territori e popoli al di là dei propri confini, per poterne sfruttare le risorse economiche.

In che modo cambiò il colonialismo europeo in Asia?

A partire dal XVI secolo i mercanti europei iniziarono a percorrere sempre di più le rotte marittime in direzione dell’Asia, stabilendosi sul continente e occupando le città della costa.

Territori e risorse vennero intensamente sfruttati sino a quando, negli anni centrali del Novecento, il processo del colonialismo in Asia ebbe termine e gli stati asiatici soggetti alle potenze coloniali ottennero finalmente la loro indipendenza.

Quali aspetti caratterizzano il colonialismo europeo di fine Ottocento? 

A fine Ottocento l’Africa e l’Asia erano molto ambite dalle grandi potenze colonizzatrici per via delle loro risorse e delle loro ricchezze.

Per cui le grandi potenze europee si resero protagoniste di una politica aggressiva e per giustificarla fu addotta una presunta superiore civiltà europea, quasi una missione da compiere presso le popolazioni africane o asiatiche, la cui cultura era considerata inferiore.

Inoltre si diceva che l’enorme crescita della popolazione europea non fosse contenibile e quindi era necessario espandersi per conquistare nuovi territori dove insediarsi.

In realtà le motivazioni furono prettamente economiche.

Cosa sono il colonialismo e l’imperialismo?

L’imperialismo è uno sviluppo del concetto di colonialismo, ed è la tendenza di una nazione – in genere maggiormente avanzata e industrializzata, a prevaricare l’altra, acquisendone il dominio politico, territoriale ed economico e causando sfruttamento e impoverimento dei paesi conquistati.

Qual è la differenza tra colonialismo e imperialismo?

Sia l’imperialismo che il colonialismo comportano il dominio economico e diverse forme di repressione.

La differenza principale è che mentre l’imperialismo è una politica per assoggettare e influenzare altri paesi mediante l’uso della forza militare, il colonialismo prevede la creazione di colonie in altri paesi a favore del paese colonizzatore.

Come si può definire l’imperialismo?

Come concetto ideologico l’imperialismo parte dal presupposto che un popolo forte abbia diritto di imporsi su un popolo più debole.

Dal punto di vista politico l’imperialismo è l’ambizione di costituire un impero e si realizza quando uno Stato crea un predominio, diretto o indiretto, su un’altra nazione, tramite una politica di potenza e supremazia.

I metodi attraverso cui un paese imperialista ne assoggetta un altro più debole possono essere la conquista militare, l’annessione dei territori, lo sfruttamento economico delle risorse e l’egemonia politica. 

Come si passa da colonialismo a imperialismo?

Il colonialismo ebbe inizio con la scoperta dell’America, nel 1492, e durò sino all’Ottocento, interessando via via diversi paesi europei.

A partire dal 1870 accade però qualcosa di nuovo: il colonialismo iniziò a trasformarsi in un fenomeno più aggressivo, entrando nella fase dell’imperialismo vero e proprio, per ragioni di espansione economica e territoriale.

Quando inizia l’imperialismo?

L’età dell’imperialismo – inteso come il dominio politico ed economico di un popolo fortemente industrializzato su un altro popolo – va principalmente dal 1880 circa sino allo scoppio della Prima Guerra mondiale.

In quel momento l’Italia, come paese fondamentalmente agricolo e industrialmente agli albori, stava attraversando una crisi a causa della grande depressione. 

Fu così che iniziò l’impulso all’imperialismo.

Dove avvenne l’imperialismo?

Durante l’epoca ottocentesca vi fu un grandissimo aumento della popolazione europea, e questa è una delle ragioni che contribuirono alla nascita dell’imperialismo.

Fu così che in molti, non trovando lavoro nel proprio paese, iniziarono ad emigrare dall’Europa nell’America del Nord e del Sud e in Asia e Africa.

Che cosa fu stabilito nella conferenza di Berlino?

La Conferenza di Berlino ebbe luogo tra la fine del 1884 e l’inizio del 1885 e fu organizzata dal cancelliere tedesco Otto von Bismarck.

Vi parteciparono le maggiori potenze coloniali dell’epoca, come Gran Bretagna, Francia, Germania, Portogallo, Olanda, Belgio, Spagna e Stati Uniti ed ebbe come risultato di regolare il commercio europeo nella zona dell’Africa centro-occidentale.

La Conferenza di Berlino sancì inoltre la nascita dello Stato Libero del Congo

Chi sono i protagonisti del colonialismo?

Inizialmente gli Stati protagonisti del colonialismo furono la Spagna e il Portogallo, che si espansero nelle Indie Orientali e in America centrale e meridionale. 

In seguito la Gran Bretagna e la Francia iniziarono ad espandersi in America settentrionale, Asia e Africa.

Nel Seicento sia i Francesi che gli Inglesi e gli Olandesi iniziarono la propria espansione coloniale. 

Fu così che nacque nell’America Settentrionale la Nuova Inghilterra.

Quali sono le fasi del colonialismo?

La storia del colonialismo inizia con la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, avvenuta il 14 ottobre 1492 e termina con il compimento della decolonizzazione nella seconda metà del Novecento.

Nel colonialismo si individuano sommariamente due fasi.

Il cosiddetto “primo colonialismo” che arriva sino alla fine del XVIII secolo, i cui protagonisti furono prima gli Spagnoli e i Portoghesi nel Cinquecento e poi gli Olandesi, gli Inglesi e i Francesi nel Seicento e nel Settecento.La seconda fase del colonialismo è quella che comprende la fine del Settecento, l’Ottocento e la prima metà del Novecento, caratterizzata dalla presenza di Gran Bretagna, Francia e in seguito Belgio, Germania e Italia, dopo la crisi degli imperi coloniali spagnolo e portoghese.