Cosa si intende per trapiantati?

Più o meno tutti sappiamo che cos’è un trapianto.

Si prende un organo da un donatore e lo si impianta in un paziente che ne ha bisogno. Facile no?

Per niente.

La procedura del trapianto è estremamente complessa, l’iter per accedere alle liste può essere intricato e il periodo post-trapianto ha bisogno di speciali terapie.

In questo articolo vediamo cosa si intende per trapiantati e capire qualcosa di più sull’argomento.

Come avvengono i trapianti?

Non è difficilissimo immaginare come avvenga un trapianto.

Per prima cosa, l’organo deve essere espiantato dal soggetto donatore vivente o non vivente.

In questa fase, gli organi devono continuare a essere perfusi fino al momento in cui si recidono i vasi principali. Questo evita che le cellule vadano in necrosi prima del tempo.

Rimosso l’organo, si pone all’interno di soluzioni di conservazione e viene mantenuto a bassa temperatura.

Nella struttura in cui è presente il ricevente, si lavora per il trapianto.

Si rimuove il vecchio organo non più funzionante e si impianta quello “nuovo”. L’intervento termina con la sutura dei vasi arteriosi e venosi e con il ripristino della circolazione dell’organo.

Quali sono gli organi che possono essere trapiantati?

Più le tecniche chirurgiche avanzano, maggiore e il novero degli organi che possono essere trapiantati.

Si possono trapiantare:

  • Rene
  • Fegato
  • Cuore
  • Polmone
  • Pancreas
  • Intestino

Non solo organi. Anche i tessuti possono essere trapiantati se necessario. Essi sono:

  • Cornea
  • Midollo osseo
  • Cute
  • Segmenti vascolari
  • Valvole cardiache
  • Isole pancreatiche
  • Cartilagine
  • Osso
  • Tendini
  • Cellule staminali da cordone ombelicale

Infine, menzioniamo il trapianto di capelli solo perché sono certo che avrai notato la sua assenza in questa lista.

Il trapianto di capelli non è propriamente un trapianto ma è un innesto autologo. 

I bulbi da trapiantare si prelevano da aree ancora ricche di capelli e impiantate nelle aree colpite dall’alopecia.

Cosa significa il trapianto?

Il trapianto è una tecnica chirurgica che prevede la sostituzione di organi o tessuti con altri organi e tessuti.

Questi possono provenire dallo stesso individuo (autotrapianto) o da un altra persona (allotrapianto).

Per alcuni tessuti è possibile anche il trapianto da un animale di una specie diversa. In questo caso, prenderà il nome di xenotrapianto.

Il termine trapianto indica anche una tecnica agricola che ha più o meno lo stesso scopo.

Consiste nello spostare una pianta dall’abituale luogo di crescita a un altro.

Quali sono i problemi legati ai trapianti?

In primis c’è il problema che può interessare qualsiasi intervento chirurgico: le infezioni intraoperatorie.

Generalmente la profilassi antibiotica e la disinfezione sono sufficienti a scongiurare il pericolo di infezione del sito chirurgico anche se non rendono l’evenienza impossibile.

La seconda grossa minaccia è il rigetto dell’organo.

Il rigetto avviene quando l’organo, nonostante la compatibilità relativa del donatore, viene riconosciuto dall’organismo del ricevente come non-self, cioè come “corpo estraneo”.

Si innesca così una cascata infiammatoria che iperattiva il sistema immunitario dell’ospite, che cerca di eliminare il nuovo organo.

Il rigetto compromette in maniera importante la riuscita del trapianto.

Come cambia la vita dopo un trapianto?


Domande correlate

Che cos’è il rigetto?

Il rigetto avviene quando le cellule del sistema immunitario del ricevente riconoscono come estranee le cellule dell’organo trapiantato.

Il sistema immunitario attacca quindi l’organo ricevuto, compromettendo la buona riuscita del trapianto.

Quanto si vive con un trapianto di rene?

La sopravvivenza media dopo un trapianto di rene è del 95% dopo un anno dall’intervento.

Si riduce al 90% dopo 5 anni e al 75% dopo 10 anni.

La sopravvivenza dipende dal successo del trapianto e dalla patologia che ha causato l’esigenza di un nuovo rene.

Chi ha inventato il trapianto di organi?

Il primo trapianto di organi umani risale al 1954 ed è stato eseguito dal chirurgo statunitense Joseph E. Murray.

Si trattava di un trapianto di rene e fu eseguito su due gemelli: uno dei due aveva una grave disfunzione renale e l’altro funse da donatore.

Come si fa il trapianto di cellule staminali?

Le cellule staminali sono prelevate dal sangue periferico dopo mobilizzazione con terapia citostatica. Possono essere raccolte dallo stesso paziente o da un donatore compatibile.

Le cellule staminali vengono poi somministrate al paziente affetto da leucemia tramite trasfusione di sangue.

Come funziona la donazione degli organi in Italia?

In Italia per la donazione degli organi vige il principio del silenzio-assenso: a meno che il soggetto non si sia rifiutato esplicitamente mentre era in vita, gli organi potranno essere usati dopo il decesso.

Per evitare controversie con i parenti, è possibile prestare il proprio consenso alla donazione degli organi mediante iscrizione all’AIDO (Associazione Italiana Donatori d’Organi).

Come far sapere che si vogliono donare gli organi?

Ci sono diversi modi per dichiarare la propria volontà di donare gli organi:

  • Dichiarazione alla ASL
  • Dichiarazione al comune di residenza
  • Iscrizione all’AIDO

Si verrà così registrati al SIT (Sistema Informativo Trapianti), consultabile dai medici in caso di necessità.

La rete è coordinata dal Centro Nazionale Trapianti.

Come avviene la donazione degli organi?

Gli organi vengono prelevati solo in seguito alle opportune verifiche di morte cerebrale.

Di solito, gli organi prelevati vengono trapiantati in pazienti diversi, iscritti a liste d’attesa o in immediato bisogno, compatibili con il donatore.

Come si esegue un trapianto di fegato?

Il fegato del soggetto da trapiantare viene disconnesso dai legamenti e dai vasi sanguigni. Viene rimosso e immediatamente sostituito col fegato del donatore.

L’operazione dura dalle 6 alle 12 ore. È un intervento complesso e il paziente rimane generalmente ricoverato per due o tre settimane.

Quanti trapianti esistono?

Esistono diversi tipi di trapianto:

  • Trapianto autologo: il donatore è lo stesso ricevente. Elimina il rischio di rigetto e la terapia immunosoppressiva.
  • Allotrapianto: trapianto di organi o tessuti tra due individui della stessa specie.
  • Xenotrapianto: trapianto da animale

Quando si può fare un trapianto?

Ciò che condiziona la possibilità o meno di eseguire un trapianto è principalmente lo stato generale del paziente.

L’età non è un fattore determinante, se il soggetto è in buono stato. Nel caso di pazienti con tumori di grado molto esteso, in genere non si fa il trapianto per l’alto rischio di recidiva. Essendo gli organi in numero limitato, si tende a donarli ai soggetti per cui il trapianto può essere risolutivo in termini di sopravvivenza.

Qual è la percentuale di pazienti che ricade dopo trapianto autologo?

Grazie alle terapie più recenti, il trapianto autologo ha una percentuale di remissione completa di oltre il 70%. La sopravvivenza di questi pazienti aumenta di oltre 10 anni.

Quanto costa un trapianto di cellule staminali?

Il trapianto di cellule staminali è una prestazione sanitaria garantita dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Pertanto, è gratuito.

Al sistema sanitario nazionale, l’intero iter per un trapianto può costare fino a 50.000€.

Perché un trapianto di organi richiede la ricerca di un donatore compatibile?

Ogni organo estraneo che viene inserito in un organismo vivente può essere riconosciuto come estraneo dal sistema immunitario.

Per questo è importante verificare la compatibilità tra donatore e ricevente. Si valutano il gruppo sanguigno e i geni del sistema maggiore di istocompatibilità.

In che anno è stato fatto il primo trapianto di rene con un artificiale?

Il primo trapianto di rene fu realizzato nel 1954 dal chirurgo statunitense Joseph E. Murray.

Venne utilizzato il rene del gemello omozigote del paziente, per migliorare la compatibilità e l’intervento ebbe successo.

In che anno è stato fatto il primo trapianto di rene artificiale?

Nel 1954.

Il chirurgo americano Joseph E. Murray eseguì un pionieristico intervento di trapianto di rene, su un paziente con grave nefropatia. Come donatore fu utilizzato il gemello omozigote.

Questo massimizzò la compatibilità e rese possibile il primo trapianto allogenico di rene.

Quanti anni si può vivere con un rene solo?

Non c’è un dato preciso.

Con un rene solo si può avere la stessa aspettativa di vita di un individuo sano, finché il rene è perfettamente funzionante. 

Ovviamente, avendo un solo rene, ci sono più possibilità che se questo si ammala, il paziente necessiti di un trapianto urgente.

Qual è la complicanza chirurgica più frequente del trapianto renale?

Oltre al rigetto, principale complicanza dei trapianti in generale, il trapianto di rene può avere come complicanza la stenosi dell’arteria renale.

È una complicanza tardiva, che si manifesta dopo settimane o mesi. Può essere risolta con interventi endovascolari.

Come mettersi in lista per trapianto renale?

Il paziente viene iscritto a due liste di attesa: una relativa alla regione di residenza e l’altra in un centro di libera scelta.

Per l’iscrizione il paziente dovrà essere valutato clinicamente idoneo al trapianto dal centro verso cui afferisce.

Cosa succede dopo il trapianto?

Subito dopo il trapianto, il paziente viene tenuto sotto osservazione per 2 o 3 settimane.

Il rischio principale da scongiurare è il rigetto e questo richiede un monitoraggio costante del paziente. Spesso è richiesta anche una terapia immunosoppressiva per ridurre il rischio di rigetto.


Fonti: