Qual è l’anidride corrispondente all’acido solforoso?

In questo articolo analizzeremo l’acido solforoso e risponderemo ad alcune delle domande più comuni su anidride carbonica, reazioni e bilanciamenti.

Innanzitutto ti diciamo che l’acido solforoso è definito come acido ternario e lo si trova in soluzione acquosa.

Appartiene alla categoria degli acidi diprotici e cioè di quegli acidi che in una soluzione acquosa forniscono due protoni.

Lo sapevi che l’acido solforoso ma anche i suoi sali sono impiegati per la sintesi di sostanze chimiche? Ma non solo. 

Sono utili anche per la produzione del vino svolgendo un’azione protettrice da muffe e batteri.

Qual è l’anidride corrispondente all’acido solforoso? Scopriamolo.

Come si forma l’anidride solforica? 

Nota anche con il nome di triossido di zolfo, l’anidride solforica si trova in tre forme:

  • Forma Alfa 
  • Forma Beta 
  • Forma Gamma 

La forma Alfa e la forma Beta sono solide mentre la forma la Gamma, in condizioni standard, è un liquido.

Come si forma l’anidride solforica?

La risposta è piuttosto semplice.

L’anidride solforica si forma per ossidazione dello zolfo a seguito del processo di combustione di materiali che contengono suddetto elemento.

Il triossido di zolfo può essere sintetizzato per reazione dell’anidride solforosa grazie alla presenza di ossigeno e platino che funge da catalizzatore per decomposizione termica del solfato di sodio e in un processo a due stadi.

Come si scrive l’anidride solforosa?

Nota anche con il nome di diossido di zolfo, l’anidride solforosa è un gas  empireumatico. 

È molto solubile in acqua ed è incolore, è irritante per gli occhi ma anche per i polmoni. 

La sua formula chimica è SO2.

A cosa serve l’anidride solforica?

L’anidride solforica, così come anche i solfiti, vengono utilizzati particolarmente nell’industria alimentare, in particolare come conservanti, antimicrobici, antiossidanti e anti enzimatici.

Vengono utilizzati soprattutto per rendere inattivi batteri, lieviti e muffe ma anche per conservare inalterato il colore dei cibi e proteggerli da un scolorimento. 

L’anidride solforica ha anche un’importante funzione antisettica nel processo di produzione del vino e consente dunque di evitare la proliferazione della flora batterica.

Questo processo è importante, per esempio, durante la fermentazione quando cioè l’anidride solforosa impedisce lo sviluppo di microorganismi.

A cosa serve l’acido solforoso?

Trattasi di un ossiacido ottenuto da idratazione del diossido di zolfo

Si presenta come un liquido incolore, dall’odore molto pungente e forte. 

Sono stati condotti studi sull’utilizzo dell’acido solforoso su fermenti di liquidi alcolici per sperimentare i metodi migliori di conservazione.

Come si bilancia una reazione

Come viene utilizzato l’acido solforico?

L’acido solforico, come possiamo ben intendere dal nome, si ricava dallo zolfo.

Esso viene utilizzato dalle industrie per la produzione di:

  • Fertilizzanti
  • Insetticidi
  • Trattamento dell’uranio
  • Produzione di detersivi
  • Produzione di detergenti
  • Produzione di esplosivi
  • Trattamento di fibre tessili
  • Raffinazioni di idrocarburi
  • Nell’industria metallurgica.

A cosa serve l’anidride solforica in agricoltura?

L’agricoltura fa ampio impiego dell‘anidride solforica.

Lo sapevi che il triossido di zolfo si può trovare sia in forma liquida che in forma solida?

Lo zolfo si trova nelle piante e anche in alcuni aminoacidi come cistina, cisteina e metionina che formano a loro volta le proteine.

Viene assorbito sotto forma anionica e si trova anche nel terreno sotto forma inorganica ed organica.

Le forme inorganiche nel terreno, sono costituite per la maggior parte da solfati e solfuri: i primi influenzano notevolmente il PH del terreno.

La forma organica invece è essenziale per determinare la flora batterica e se costituita da residui vegetali è importante per lo sviluppo delle piante.

Inoltre, la presenza dello zolfo si lega alla sintesi proteica e alla fotosintesi clorofilliana

Cosa provoca l’anidride solforosa? 

Gas incolore, di odore irritante simile a quello delle ‘uova marce’ è particolarmente solubile in acqua. L’anidride solforosa, nota anche con il nome di diossido di zolfo, nasce per combustione per l’appunto dello zolfo a contatto con l’aria.

I suoi solfiti si presentano sotto forma di polveri.

Lo sapevi che veniva utilizzato in passato per disinfettare i tini?

Solo però a partire dal 1920 i solfiti vengono utilizzati per la preparazione di bevande e alimenti e anche come antiossidante e sbiancante oltre che come antimicrobico e antimicotico.

Ma cosa provoca l’anidride solforosa?

Ti diciamo che tanto negli uomini quanto negli animali, l’anidride solforosa è particolarmente irritante per gli occhi e per le mucose soprattutto respiratorie.

Una esposizione, seppur minima, alla anidride solforosa può provocare:

  • Gravi faringiti
  • Edemi polmonari 
  • Perdita di gusto 
  • Perdita di olfatto

Ma non è tutto.

Esporsi a inalazione di anidride solforosa può generare anche:

  • Stanchezza
  • Mal di testa
  • Dissenteria 
  • Acidità delle urine 
  • Reazioni allergiche 
  • Mancata assimilazione del gruppo di vitamine B1 e B12

Domande correlate

Come si forma l’anidride ipoclorosa?

Nota anche con il nome di monossido di dicloro, l’anidride ipoclorosa fu sintetizzata per la prima volta nel 1834 da alcuni chimici e tra questi anche Gay-Lussac che ne realizza la composizione.

La sua struttura chimica è simile a quella dell’acqua e dell’acido ipocloroso.

L’anidride ipoclorosa è molto solubile in acqua e reagisce anche bene con gli alogenuri metallici. Inoltre è un agente clorurate molto efficace e viene pertanto utilizzato per la clorazione dei substrati aromatici disattivati.

Ma come si forma l’anidride ipoclorosa? 

Ebbene l’anidride ipoclorosa può formarsi attraverso il passaggio di CL2, alla temperatura di 10° centigradi, su ossido di mercurio anidro.

Da una reazione di questo tipo si ottiene l’anidride ipoclorosa.

Come si forma l’anidride fosforica?

L’anidride fosforica si ottiene bruciando il fosforo con l’aria e ossigeno in assenza di umidità.

Nota con il nome anche di decaossido di tetrafosforo, viene generalmente definita come pentossido di difosforo. 

Si tratta di un composto molto corrosivo che reagisce con l’acqua generando l’acido ortofosforico.

Si presenta a temperatura ambiente come un solido bianco igroscopico, è volatile, con una temperatura di sublimazione a 360 gradi centigradi.

Non esiste soltanto l’anidride fosforosa ma anche gli ossidi del fosforo con stati di ossidazione intermedi.

Come si forma l’anidride?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo innanzitutto capire che cos’è l’anidride.

Nella nomenclatura chimica si definisce con questo nome un composto dell’ossigeno con un elemento non metallico che combinato con l’acqua genera acidi ossigenati ovvero gli ossiacidi.

In altre parole l’anidride indica quei composti che si formano dall’eliminazione di una molecola di acqua tra due gruppi acidi di una stessa molecola di un acido bicarbossilici o tra gruppi acidi di due molecole di acido carbossilico.

Come si formano gli ossidi di zolfo?

Gli ossidi di zolfo includono l’anidride carbonica e l’anidride solforica che a contatto con l’acqua e reagendo con essa, generano l’acido solfidrico.

Queste sostanze hanno gli stessi effetti degli ossidi di azoto e cioè a basse concentrazioni possono provocare patologie importanti all’apparato respiratorio come:

  • Bronchiti 
  • Tracheiti 
  • Asma 
  • Irritazione della pelle
  • Irritazione delle mucose
  • Irritazione degli occhi

Quando si forma il biossido di zolfo?

Il biossido di zolfo altro non è che un’espressione per indicare l’anidride solforosa, cioè un gas incolore con un odore empireumatico.

Molto solubile in acqua, è un solvente acido molto irritante e nocivo per gli occhi e per le mucose.

Un’esposizione prolungata al biossido di zolfo può generare infatti problemi all’apparato respiratorio come:

  • Bronchiti 
  • Tracheiti 
  • Polmoniti 

Viene utilizzato da impianti di riscaldamento per produrre energia alimentata a gasolio, oli combustibili e carbone.

A quale classe di composti appartiene SO2?

SO2 è la formula chimica per indicare l’anidride solforosa.

Nota con il nome anche di diossido di zolfo, è un composto chimico dall’odore pungente, denso e molto dannoso per gli animali, le piante e l’uomo.

Ha un’azione antisettica nei confronti di muffe e batteri e ha un ruolo importante nella produzione quantitativa dei batteri responsabili della fermentazione acetica.

Si tratta di un composto corrosivo che a contatto con l’acqua produce l’acido solforico.

Come eliminare l’anidride solforosa nel vino? 

L’anidride solforosa può essere presente nel vino.

La legge stabilisce però che la quantità massima di anidride solforosa che può essere presente in tale bevanda deve essere pari o comunque non maggiore a 150 mg/l per i vini rossi e 200 mg/l per i vini rosati e bianchi, seppur tuttavia ci sono delle eccezioni.

Ti stai chiedendo se è possibile eliminare l’anidride solforosa nel vino?

La risposta è sì: esistono in mercato dei coadiuvanti formati da chitosano che permettono di produrre vini privi del tutto o quasi, di anidride solforosa.

Cosa possono provocare i solfiti?

I solfiti possono essere molto pericolosi per il tuo organismo soprattutto se sei un soggetto particolarmente delicato e sensibile.

Ci sono degli alimenti che contengono più degli altri una quantità maggiore di solfiti.

I solfiti, per esempio, li ritroviamo nella frutta essiccata, in particolare albicocche, uvetta e prugne, nei preparati di purè e fiocchi di patate, senape, pomodori secchi, aceto e crostacei.

Cosa possono provocare i solfiti?

Nei soggetti particolarmente ipersensibili l’ingestione di solfiti può creare:

  • Crisi di asma
  • Ipotensione 
  • Sudorazione
  • Vampate di calore 
  • Nausea 
  • Vomito

Come si manifesta l’intolleranza ai solfiti?

Puoi accorgerti di avere una intolleranza ai solfiti se riscontri questa sintomatologia:

  • Rinite 
  • Orticaria 
  • Attacchi di asma 
  • Eczemi 
  • Nausea 
  • Vomito 
  • Crisi di asma

Questi sintomi si manifestano dopo aver consumato o bevuto alimenti o bevande ricche di solfiti come frutta essiccata o vini se ne contengono in quantità maggiori rispetto ai limiti consigliati.

Come assorbire lo zolfo?

Generalmente lo zolfo si può assumere attraverso il cibo, soprattutto consumando alimenti proteici, pertanto l’alimentazione è sufficiente per poter assorbire in maniera corretta lo zolfo cercando di coprire il fabbisogno del tuo organismo che secondo le linee guida dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, deve essere pari a 800 mg al giorno.

Quali sono gli alimenti che contengono più zolfo?

Ecco un elenco:

  • Cipolle 
  • Aglio 
  • Verza 
  • Cavolini di Bruxelles 
  • Rape 
  • Carne bianca 
  • Pesce 
  • Latte 
  • Carne rossa 
  • Legumi

Come abbassare il pH del terreno con lo zolfo?

Se ti stai chiedendo se è possibile abbassare il pH del terreno con lo zolfo, la risposta è sì.

Ecco alcuni metodi efficaci per poterlo fare.

Innanzitutto bisogna:

  • Testare il pH del terreno
  • Praticare 5 fori nella zona di piantatura
  • Prendere il terriccio da ogni buca 
  • Mischiare i terreni in un secchio 
  • Metterli ad asciugare 
  • Rilevare il pH del terreno

Una volta determinato il pH, se esso risulterà avere un’alta acidità, è possibile abbassarlo.

In quale modo? Ecco le varie possibilità:

  • Aggiungendo materia organica 
  • Aggiungendo solfato di alluminio 
  • Aggiungendo zolfo

Ebbene sì, lo zolfo può aiutare ad abbassare il pH del suolo più del solfato di alluminio.

Rispetto a quest’ultimo è anche più economico e più potente pur avendo un’azione molto più lenta.

Lo zolfo viene metabolizzato dai batteri presenti nel terreno per essere poi convertito in acido solforico.

Ci possono volere anche diversi mesi per ottenere un abbassamento del pH del terreno, tutto dipende dalla quantità dei batteri, dalla temperatura e dall’umidità del terreno.

Ti diamo anche un’altra chicca: per abbassare il pH del terreno, puoi aggiungere anche uno zolfo rivestito d’aurea che aumenta l’acidità del suolo abbassando il pH.

Essendo un additivo abbastanza rapido, potrai vedere effetti anche dopo due settimane dalla sua introduzione nel terreno.

A cosa serve il solfato nelle piante?

Il solfato nelle piante serve per effettuare un buon bilanciamento idrico della pianta.

Attraverso il solfato si accelera la produzione della clorofilla e pertanto la pianta crescerà bene e anche più rapidamente.

Come si neutralizza l’acido solforico? 

Ebbene sì, l’acido solforico può essere neutralizzato, così come qualsiasi altro acido. 

In quale modo? 

Combinandolo con un materiale che sulla scala del pH ha una natura basica, insieme al carbonato di calcio o all’idrossido di calcio.

Qual è l’acido più potente al mondo?

Esistono diversi acidi potenti al mondo.

Tra i più forti vi è sicuramente l’acido solforico ma ancora più potente di quest’ultimo è l’acido fluoroantimonico formato da acido fluoridrico e pentafluoruro di antimonio.

Come si diluisce l’acido solforico?

Ebbene sì, è possibile diluire l’acido solforico così come anche gli altri acidi concentrati.

In quale modo?

Bisogna raffreddare l’acqua in una vaschetta contenente ghiaccio, soprattutto se si stanno utilizzando soluzioni acide e concentrate come lo è per l’appunto l’acido solforico

Si raccomanda la massima prudenza: l’acido solforico è molto solubile in acqua e a contatto con essa produce rapidamente calore raggiungendo punti di ebollizione altissimi, in pochissimo tempo è possibile quindi andare incontro a scottature e ustioni.

Per evitare schizzi di acido, la miscela deve avvenire lentamente e aggiungendo poco per volta all’acido l’acqua e non viceversa.

Che cosa causano gli ossidi di zolfo e di azoto?

Gli ossidi di zolfo e di azoto possono produrre danni piuttosto seri e importanti per la salute non soltanto dell’uomo ma anche delle piante, per esempio, in queste ultime possono generare un rallentamento della crescita.

Ma non è tutto.

Gli ossidi di zolfo e di azoto possono corrodere anche beni materiali come per esempio i metalli o provocare un cambiamento di colore dei tessuti.

In particolare, l’esposizione agli ossidi di zolfo può provocare invece nell’uomo gravi problemi a livello dell’apparato respiratorio come tracheiti, bronchiti e polmoniti. 


Fonti: